Georgia, notte di proteste contro la «legge russa». Lacrimogeni, granate e scontri fino all’alba tra manifestanti e polizia – Foto e video

Il timore delle opposizioni è che il provvedimento venga usato per reprimere il dissenso come accade in Russia, allontanando la Georgia dall’entrata nell’Unione europea

Sleepless Georgia. Così il Paese caucasico viene definito da centinaia di cittadini che pubblicano sui social i video delle proteste contro la legge sulle “interferenze straniere” al vaglio del Parlamento in questi giorni. Nella scorsa notte, i cortei e le barricate contro il provvedimento simile a quello varato in Russia per poter reprimere il dissenso, si sono protratti fino all’alba. Nella capitale Tbilisi, decine di migliaia di persone sono scese in strada e si sono radunate all’entrata del Parlamento affrontando la repressione da parte della polizia che ha usato cannoni ad acqua, gas lacrimogeno, manganelli, granate stordenti e altre misure anti-sommossa per disperdere i manifestanti, decine dei quali hanno riportato ferite e contusioni. Tra questi anche Levan Khabeishvili, leader del partito di opposizione Movimento nazionale unito (Unm) nonché una delle 63 persone fermate o arrestate. Nelle foto da lui pubblicate sul proprio profilo X, sono evidenti i segni degli scontri sul volto sfigurato.


Il sogno europeo

Si tratta della terza settimana consecutiva di proteste in Georgia contro la legge che allontanerebbe il Paese dal blocco europeo, tanto che la Commissione Europea ha già messo in allarme contro il provvedimento fortemente voluto dal partito di governo Sogno Georgiano. Da dicembre dello scorso anno, infatti, la Georgia è ufficialmente candidata a entrare nell’Unione Europea, ma il processo non compirà passi avanti finché il Paese sul Mar Nero non riformerà i suoi sistemi giudiziari ed elettorali, rafforzerà la libertà di stampa e limiterà il potere degli oligarchi. Solo dopo questi interventi potranno iniziare i negoziati. Intanto, però, il governo sembra aver imboccato un’altra strada: il provvedimento è al varo del Parlamento – che ieri lo ha esaminato in seconda lettura – dal 9 aprile. Questo è già il secondo tentativo. Il primo era stato nella primavera dello scorso anno, ma non andò a buon fine proprio a causa della sommossa popolare. D’altro canto, la volontà popolare è chiara e stasera anche i manifestanti delle altre grandi città della Georgia confluiranno a Tbilisi per ribadirla.


EPA/DAVID MDZINARISHVILI
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