Salvini e le elezioni europee: «Con Vannacci per difendere la libertà. Tensioni interne? Fantasie dei giornalisti, che mi rafforzano» – L’intervista

Il leader della Lega ad Open: «Agli alleati di governo dico: basta veti contro Le Pen. No alla difesa comune europea, sarebbe un doppione della Nato»

Matteo Salvini è l’unico leader, tra i partiti della maggioranza (e buona parte dell’opposizione), ad aver scelto di non candidarsi direttamente alle Elezioni Europee 2024. Ad Open, spiega la strategia che sta seguendo per la campagna elettorale della Lega a cominciare dall’obiettivo elettorale: «Almeno un voto in più delle politiche».


Id potrebbe essere la terza formazione con più eletti nel parlamento europeo, potrebbe però ripetersi l’accordo teso ad escludervi, già avvenuto in passato: è possibile accordarsi con Ppe ed Ecr? C’è un punto da cui partire? Ed un candidato che potrebbe andar bene sia a voi sia al Ppe come presidente della commissione?


«Ricordo l’insegnamento di Silvio Berlusconi: il centrodestra vincente si costruisce con l’unità, senza veti. Mi spiacerebbe se tra Macron e Le Pen qualche amico di centrodestra preferisse il primo, che peraltro sta sostenendo pericolose pulsioni bellicistiche. Senza sinistra, il centrodestra unito troverebbe un accordo facilmente. Di certo, ritengo conclusa l’esperienza di Ursula von der Leyen».

Nei manifesti elettorali ha puntato sul concetto “meno europa”, non rischia di essere contraddittorio per un paese che accede a tanti fondi provenienti dal Pnrr?

«No, perché intendiamo proporre un modello di Europa più efficiente, che fa meglio meno cose. Peraltro, segnalo che i fondi del Pnrr sono a prestito o comunque frutto dei bilanci dei Paesi membri come l’Italia. Bruxelles non ci regala nulla».

Green Deal: tutto da rifare o c’è qualcosa che si può salvare?

«L’obiettivo è condivisibile ma certe forzature ideologiche fanno male a famiglie e imprese. La direttiva sulla casa, per esempio, rischia di stangare gli italiani. E lo stop ai motori tradizionali dal 2035 è una scelta scellerata che favorisce la Cina».

Ha detto più volte di voler puntare sulla de-escalation in Ucraina, ma se Putin dovesse prevalere sul campo, non sarebbe preoccupante per l’Europa e per l’Italia?

«Proprio per evitare la vittoria sul campo, che costerebbe vittime civili e militari, è necessaria più diplomazia. Di certo non è una soluzione l’invito di truppe europee in teatri di guerra».

Una difesa europea potrebbe permetterci di risparmiare e rendere più efficienti le spese militari?

«No, credo sia un doppione della Nato e soprattutto ravviso grossi problemi pratici».

Qualcuno, anche di peso, ha detto “Vannacci non rappresenta le idee della Lega, è un indipendente”. E’ cosi? ci sono punti su cui lei non è d’accordo?

«È un indipendente, certo, col quale ci accomunano battaglie fondamentali come la difesa dell’Italia, il contrasto all’immigrazione clandestina, la tutela della libertà. Ho letto i suoi libri, come ho già detto non condivido tutto, ma nessuno può pensare di imbavagliarlo».

I leader che si sono candidati direttamente ingannano gli elettori?

«Parlo per me. Sono vicepremier e ministro e intendo continuare a impegnarmi per l’Italia. Anche per questo voglio portare in Consiglio dei Ministri il decreto salva casa per sanare milioni di irregolarità interne nelle abitazioni dei cittadini. E ho sentito il sindaco di Milano Beppe Sala per trovare una soluzione per i grattacieli di Milano finiti sotto la lente della magistratura».

Che obiettivo elettorale per le Europee? Può darci una cifra?

«Un voto in più rispetto alle Politiche 2022».

In tanti parlano di tensioni interne alla Lega, è davvero cosi? Le capita che dirigenti di peso le esprimano un dissenso esplicito?

«I tanti che ne parlano sono giornalisti, gli stessi che profetizzano la mia fine politica da anni. E invece me la allungano».

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