Serena Bortone e i diritti civili: «Un paese che opera discriminazioni mi fa sentire cittadina di serie B» – Il video

Durante la trasmissione Che sarà la conduttrice ha risposto all’ospite Magliaro, che le chiedeva se era appassionata ai temi legati alla comunità Lgbtq+

È stata una stagione televisiva decisamente impegnata a livello politico, quella di Serena Bortone. Dopo essersi trovata al centro della bufera per il caso Scurati del 25 aprile, la conduttrice Rai sembra però più determinata di prima a portare avanti le sue battaglie. Lo ha dimostrato ancora una volta negli studi del suo programma, Che Sarà, nel corso della puntata in cui si discuteva della mancata firma dell’Italia al testo Ue sui diritti Lgbtq+. A Massimo Magliaro, ex vicedirettore del Tg1, che le ha chiesto in modo provocatorio se questi temi la appassionavano così tanto, Bortone ha risposto senza esitare: «Sì, mi appassiona molto, come tutti i temi che riguardano i diritti civili. Perché vivere in un Paese che non riconosce i diritti civili, o che opera discriminazioni, a prescindere dal mio orientamento sessuale e dalla mia identità di genere, mi fa sentire cittadina di serie b. Il tema mi appassiona in generale: in Italia, in Europa, in Ungheria. E mi appassiona ancora di più in Paesi come l’Iran, in cui l’omosessualità è un reato». Un discorso che ha provocato l’applauso del pubblico presente e i commenti di approvazione sui social: «Serenissima disintegrando il fascio omofobo e razzista, madre che regina sto tremando vi giuro», «Quando troveranno l’escamotage per licenziarla, Se volesse candidarsi, io la voterei a vita».


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