Ucraina, Biden rompe gli indugi: «Potete colpire direttamente la Russia, ma solo oltre il confine di Kharkiv»

Il cambio di linea degli Usa sull’uso delle proprie armi dopo giorni di pressioni nella Nato: ecco le nuove prescrizioni

Joe Biden si sarebbe infine convinto a consentire all’Ucraina di rispondere colpo su colpo all’aggressione della Russia, anche sul suo territorio. Lo riporta la testata americana Politico, secondo la quale – dopo giorni di pressioni crescenti anche dentro la Nato – la Casa Bianca avrebbe infine acconsentito al cambio d’approccio, anche se con limiti precisi. Con le armi fornite dagli Usa l’Ucraina potrà ora rispondere agli attacchi russi colpendo anche oltre confine, ma «solo nell’area limitrofa alla regione di Kharkiv», è la nuova indicazione data agli alleati, secondo quanto hanno riferito due fonti di alto rango. «Il presidente ha dato ordine al suo team di assicurarsi che l’Ucraina possa usare le armi americani a fini di risposta al fuoco su Kharkiv, così da poter rispondere ai colpi delle forze russe che attaccano o si preparano a farlo», è la formula esatta della nuova policy Usa riferita da un funzionario della Casa Bianca. Un cambio di orientamento “sorprendente”, come nota Politico, e dall’impatto potenzialmente molto significativo sul prosieguo della guerra. Era in realtà da pochi giorni, secondo le rivelazioni, che gli Usa avevano già consentito all’Ucraina «flessibilità» nel difendersi dagli attacchi portati da oltreconfine su Kharkiv.


Le divisioni nella Nato e la posizione dell’Italia

Il cambio di policy degli Usa, a questo punto, potrebbe incidere in maniera potente anche sull’orientamento degli altri Paesi Nato che fin qui facevano resistenza all’uso delle loro armi direttamente contro basi russe. Tra queste, come noto, anche l’Italia. «Per noi la Costituzione impedisce di fare la guerra ad altri Paesi, quindi le armi italiane devono essere usate nel territorio ucraino per difendersi», aveva detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivando al vertice dei ministri degli Esteri Nato a Praga. Pertanto, ha ribadito Tajani, «non invieremo alcun militare a combattere contro i russi in territorio ucraino, né potranno essere utilizzate armi italiane per colpire in Russia: c’è un impegno da parte dell’Ucraina a rispettare gli accordi e l’utilizzo delle armi è sotto controllo, devono sempre comunicare all’Italia come usano le armi». Il timore di chi frena sull’ipotesi dei colpi con armi di vario genere verso basi russe è e resta quello dell’escalation. Posizione su cui si attestano – almeno fino al cambio di orientamento Usa – oltre all’Italia anche Spagna, Belgio, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria. A favore della rimozione delle restrizioni sull’uso delle armi fornite a Kiev si sono già espresse invece Polonia, Finlandia, Svezia, Paesi Baltici, Repubblica Ceca, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Canada e Francia (con tutta probabilità anche la Romania). Resta sul filo dell’ambiguità sulla questione la posizione dellla Germania di Olaf Scholz.


Tensione Washington-Kiev

Nelle ultime settimane per la verità la distanza strategica tra Usa e Ucraina era sembrata acuta come non mai dall’inizio della guerra con la Russia. Lo riferisce oggi il Financial Times in un lungo articolo, nel quale dà conto del “grande freddo” cresciuto negli ultimi mesi tra l’Amministrazione guidata da Joe Biden e il governo di Volodymyr Zelensky. Tra le ragioni principali, vanno ricordati i ritardi di mesi “costosissimi” del Congresso Usa nell’approvare nuovi aiuti militari e lo stallo nel progresso della candidatura dell’Ucraina ad aderire alla Nato dal lato di Kiev; i licenziamenti “inspiegabili” da parte di Zelensky di uomini chiave degli apparati governativi e militari e la scarsa chiarezza sulla strategia di medio termine per porre fine alla guerra, dal lato di Washington. Per colmare almeno in parte queste distanze, comunque, riporta sempre l’FT, Biden dovrebbe firmare con Zelensky un patto di sicurezza bilaterale Usa-Ucraina a margine del prossimo vertice G7, quello a guida italiana in programma in Puglia dal 13 al 15 giugno. Kiev però è furiosa per l’indisponibilità di Biden – almeno per ora – a presenziare al vertice di pace in Svizzera che seguirà immediatamente, anche perché il piano alternativo del presidente Usa al momento è quello di tornare in patria per partecipare a una raccolta fondi per la sua campagna elettorale.

L’appello di Stoltenberg, la replica di Mosca

Secondo il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, Kiev «ha diritto a colpire obiettivi in Russia». Lo ha ribadito in un’intervista al quotidiano spagnolo La Vanguardia. Per il numero uno dell’Alleanza Atlantica, l’Ucraina può prevalere solo con forte aiuto Nato. «Quando i leader si incontreranno a luglio, al vertice Nato, prenderanno importante decisioni: le sfide che affronta l’Ucraina sono molteplici e può ancora prevalere ma solo con il forte sostegno dagli alleati Nato», ha detto Stoltenberg a Praga nel corso di una dichiarazione con il premier ceco Peter Fiala. Tempestiva la reazione di Mosca che, tramite il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, accusa i governi occidentali di «provocare in ogni modo possibile l’Ucraina perché continui questa guerra senza senso». «Tutto questo – ha aggiunto – avrà ovviamente delle conseguenze. Questo provocherà alla fine grande danno agli interessi di quei Paesi che hanno scelto un’escalation della tensione».

Sul fronte

Sul fronte, Kiev ha fatto sapere che «Volchansk è in fiamme, la battaglia non si ferma neanche un minuto». Lo ha riferito il servizio stampa della brigata ucraina Lyut, che ha anche pubblicato video della cittadina nella regione di Kharkiv che le truppe russe prendono d’assalto da settimane. Secondo Lyut, «i russi vogliono prendere il controllo di Volchansk, ma incontrano una forte resistenza da parte delle Forze di Difesa. Le forze nemiche cercano di insediarsi nelle case, ma soprattutto i soldati del reggimento d’assalto Tsunami della brigata Lyut della Guardia nazionale ucraina stanno respingendo il nemico e scacciando gli invasori casa per casa». Mentre nella regione di Cherson, un civile è morto oggi – giovedì 30 maggio – in un attacco russo contro il villaggio di Veletenske: lo ha reso noto il governatore della regione, Oleksandr Prokudin, come riporta il Kyiv Independent. L’uomo si trovava in strada al momento dell’attacco ed è morto durante il trasporto in ospedale, ha aggiunto il governatore senza fornire ulteriori dettagli. Il villaggio di Veletenske si trova a pochi chilometri dalle zone occupate della regione.

Zelensky in Arabia Saudita

Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – che sarà a Riad, in Arabia Saudita, sabato primo giugno alla vigilia del vertice per la pace, scrive Rbc-Ukraine – ha postato su Telegram una foto della distruzione provocata in Ucraina dai bombardamenti russi, commentando che «nonostante la crudeltà degli attacchi russi, il mondo può dimostrare che l’unità di chi apprezza i valori umani è sufficiente a proteggere la vita. L’Ucraina ripete costantemente che il terrore russo può essere fermato. Abbiamo bisogno di determinazione politica, di una rapida consegna di sistemi di difesa aerea affidabili che coprano i nostri cieli e di una pressione costante sulla Russia, sanzioni e politica. Il nostro lavoro per porre fine al terrore deve essere completo», ha concluso.

Foto copertina: ANSA/Maria Senovilla

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