In Evidenza Alessandro GiuliGoverno MeloniLegge di bilancio
CULTURA & SPETTACOLOCinemaGazaIsraeleMedio OrienteNew YorkPalestinaQuentin TarantinoUSAVideo

New York, l’assalto degli attivisti pro-Gaza a Quentin Tarantino: «Dì “Palestina libera”, pezzo di m***a sionista» – Il video

16 Giugno 2024 - 18:59 Ugo Milano
Il regista "scovato" in un ristorante cinese e preso d'assedio dagli ultras anti-Israele. La reazione dell'artista

Anche il pluripremiato regista Quentin Tarantino è rimasto vittima questo weekend di un blitz di militanti filopalestinesi, che l’hanno individuato in un ristorante di New York e hanno provato a «estorcergli» dichiarazioni contro Israele: senza successo. Tarantino, 61 anni, vive oggi principalmente a Tel Aviv, dove ha sposato la modella e cantante israeliana Daniella Pick. La coppia ha due figli. Dopo l’eccidio di Hamas del 7 ottobre, Tarantino ha espresso il suo sostegno all’esercito israeliano, visitando anche i soldati in una base. Il regista di Pulp Fiction negli scorsi giorni si trovava però a New York. Sabato, si era seduto a mangiare un boccone da solo in un ristornate cinese di nome Che Li. Qualcuno però deve averlo “avvistato”: così, nel giro di pochi minuti, dentro al ristorante si è materializzata un’artista/attivista nota negli Usa come Crackhead Barney. «Tarantino, pezzo di merda sionista, dì “Palestina libera”», gli ha intimato l’attivista pro-Gaza, a beneficio ovviamente di smartphone. Il regista, sorpreso dall’incursione, sulle prime ha provato a ignorare la provocazione. Poi, quando s’è reso conto di essere “assediato” da un gruppo più nutrito di attivisti, s’è fatto strada verso l’uscita. Lì erano assiepati molti altri attivisti filopalestinesi che hanno continuato a urlare al suo indirizzo cori come «Free Palestine», mentre Crackhead Barney gli intimava minacciosa anche di pronunciare la parola nigger («negro», che secondo i suoi detrattori Tarantino userebbe con un po’ troppa disinvoltura nei suoi film). Tarantino è riuscito a fatica ad aprirsi un varco tra la folla che lo dileggiava e si è diretto verso un’auto che lo attendeva, aiutato da un uomo della sicurezza. Dopo esservi entrato, gli attivisti hanno ancora e per lunghi istanti posato le loro scarpe sull’auto, prima che questa sfilasse via portando il regista al sicuro.

Leggi anche:

Articoli di CULTURA & SPETTACOLO più letti