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La latitanza di Giacomo Bozzoli e le amicizie nei paesi dell’Est: «Potrebbe essere scappato in Montenegro o in Albania»

04 Luglio 2024 - 06:14 Alba Romano
giacomo bozzoli antonella colossi fuga latitanza
giacomo bozzoli antonella colossi fuga latitanza
L'uomo condannato per l'omicidio dello zio frequentava albanesi e rumeni. Secondo testimoni, per la cocaina. L'ipotesi Germania o Austria

Giacomo Bozzoli, sua moglie Antonella Colossi e il figlio di nove anni sono in fuga dalla notte tra il 23 e il 24 giugno. Secondo il suocero i tre si trovano in Francia. Mentre è stato firmato il mandato d’arresto europeo che lo accompagnerà durante la latitanza. Ha controllato per l’ultima volta Whatsapp alle 3.30 di quella notte. Poi la sua Maserati Levante da 150 mila euro è stata inquadrata dalle telecamere alle 5.51 a Manerba del Garda e a Desenzano dieci minuti dopo. In tasca ha un passaporto scaduto. E non dovrebbe avere tanti soldi, visto che sui suoi conti non ci sono movimenti sospetti di soldi. Tanto che si ipotizza che stia utilizzando una provvista di denaro in nero. E le sue frequentazioni di lavoro in Austria e Germania, così come le conoscenze di tanti cittadini dell’Est, suggeriscono un’altra pista per la sua ricerca.

Gli albanesi, i rumeni e la cocaina

La Stampa scrive che nella ricerca dell’uomo condannato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere dello zio Mario le ipotesi sono sostanzialmente tre. Bozzoli vanta conoscenze di etnia rumena e albaese. Tra queste un certo Geri Cuci, con il quale, secondo alcune testimonianze, si divideva palline di cocaina. E poi c’è Olek, che lo accompagnava quando serviva intimidire i debitori con frasi del tipo: «Se non mi paga il tuo papà mi paghi tu e se non mi paghi tu mi pagheranno i tuoi figli». I carabinieri del comando di Brescia si chiedono se le relazioni di questo tipo non abbiano potuto portare Bozzoli a pianificare una fuga in paesi come Montenegro e Albania. Dove è più facile mimetizzare la propria presenza rispetto a un paese dell’Unione Europea. Anche se rischia di finire intercettato, ricattato da clan senza scrupoli che, con la scusa di una «protezione», isolano, spolpano per poi rimandare il soggetto in Italia.

La Francia

Un’altra ipotesi è quella della Francia. L’ha ventilata il suocero, proprietario di una galleria d’arte in centro a Brescia. «Non ha senso portarsi dietro il bambino, la moglie non lo avrebbe accettato», dicono però gli investigatori. L’ultima possibilità è che invece Bozzoli abbia deciso di sparire per sempre, magari togliendosi la vita. Ma la presenza di moglie e figlio fa pensare che il gesto estremo sia da escludere. Intanto gli inquirenti perquisiscono la casa a Soiano del Lago, l’altro immobile a Ortisei e l’azienda di famiglia alla ricerca di tracce. Fonti investigative intanto cominciano a escludere l’ipotesi che l’uomo possa costituirsi. E anzi la soluzione del caso potrebbe non essere così a portata di mano.

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