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La marea nera delle Filippine, 1,4 milioni litri di petrolio rischiano di finire in mare: rilevata la prima fuoriuscita

27 Luglio 2024 - 09:22 Ygnazia Cigna
La Guardia Costiera riferisce che «non è ancora allarmante», ma il rischio è elevato e le associazioni ambientaliste temono un disastro ambientale

Una parte degli 1,4 milioni di litri di olio combustibile industriale stoccati in una petroliera filippina, affondata due giorni fa, ha iniziato a fuoriuscire nella baia di Manila. È quanto riferisce la Guardia Costiera. I sommozzatori che hanno ispezionato lo scafo della nave hanno notato una «perdita minima» dalle valvole, ha dichiarato il portavoce della Guardia Costiera, il contrammiraglio Armando Balilo, aggiungendo che al momento la situazione «non è ancora allarmante».

Tuttavia, da giorni si teme il disastro ambientale dopo che la mattina di giovedì scorso, la petroliera si è rovesciata ed è poi affondata a quasi sette chilometri al largo del comune di Limay, nella provincia di Bataan. Greenpeace riferisce che «una chiazza di petrolio lunga oltre 3,5 chilometri è stata avvistata, spostandosi in direzione est e nord-est» a causa delle correnti. Tuttavia, la Guardia Costiera ipotizza che possa trattarsi del carburante del motore della nave, contenuto in un serbatoio diverso rispetto agli 1,4 milioni di litri del carico.

L’incidente

La nave Terranova, battente bandiera filippina, si è capovolta in mare per cause ancora in via di accertamento. L’imbarcazione è affondata a una profondità di circa 30-40 metri. Le difficili condizioni meteorologiche, causate dal tifone Gaemi che ha colpito le Filippine, complicano le operazioni di contenimento delle perdite di petrolio a causa delle onde alte e dei venti forti. Per questo motivo, la Guardia Costiera sta valutando se le condizioni meteo avverse abbiano contribuito all’incidente. Il segretario dei Trasporti, Jaime Bautista, ha comunicato che 16 membri dell’equipaggio sono stati tratti in salvo, mentre uno risulta ancora disperso.

L’incidente non preoccupa solo per l’impatto immediato sull’ambiente, ma anche per il rischio di un disastro ecologico di maggiori proporzioni se la fuoriuscita non sarà contenuta tempestivamente. «Se tutto il carburante contenuto nella nave fuoriuscisse si verificherebbe il più grande versamento in mare di carburante nella storia filippina», ha affermato il portavoce della Guardia costiera Armando Balilo.

Il precedente

L’incidente di Manila ricorda quello del 2023, quando la petroliera Princess Empress, con a bordo 800mila litri di petrolio, si rovesciò al largo della provincia di Mindoro Orientale, a sud-est di Manila. La fuoriuscita di petrolio causò danni irreparabili a uno degli ecosistemi più preziosi del mondo, contaminando le coste di almeno tre province. «Quanti disastri ambientali dobbiamo ancora vedere prima che l’industria dei combustibili fossili smetta di danneggiare la biodiversità e la vita umana? È il momento di istituire aree marine protette e santuari d’alto mare, e di eliminare i combustibili fossili per proteggere ecosistemi vitali per il pianeta e le persone», ha denunciato Greenpeace.

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