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Ucraina, il Parlamento europeo chiede agli Stati membri di permettere a Kiev di colpire in Russia. Ma l’Italia si sfila: no da tutti i partiti

19 Settembre 2024 - 13:05 Simone Disegni
Le delegazioni italiane a Strasburgo si allineano alla posizione del governo. Voti in dissenso dentro Pd e Forza Italia. Tajani: «Non siamo in guerra con la Russia»

Da Strasburgo – Il Parlamento europeo ha approvato una nuova risoluzione di forte sostegno all’Ucraina di fronte all’aggressione russa, comprensiva di un inedito paragrafo che «invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo». Proprio il punto delicatissimo su cui da settimane insiste il governo Zelensky, temporeggiano gli Stati Uniti e si oppone, nel quadro europeo, l’Italia di Giorgia Meloni. E i parlamentari italiani si sono in questo caso allineati trasversalmente alla linea dell’esecutivo: nessuno dei partiti italiani rappresentati a Strasburgo ha dato il suo assenso al discusso emendamento 8 (passato però nel complesso ad ampia maggioranza, con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti). Si sono attestate sulla linea del no le delegazioni di FdI, Lega, Avs e M5s. Così come quelle di Pd e Forza Italia, dove pure si sono registrati mal di pancia interni. Tra i Dem ha votato in dissenso dal gruppo e per un sì «convinto» al lancio di missili verso obiettivi in Russia la vicepresidente del Parlamento Pina Picierno, mentre Lucia Annunziata si è astenuta. In Forza Italia hanno aderito alla linea del no gli eurodeputati Chinnici, De Meo, Morano, Tosi, mentre ha votato sì in dissenso dal gruppo Massimiliano Salini. Altri, con ogni probabilità, erano presenti in Aula ma non si sono espressi.

La linea trasversale dell’Italia

A spiegare la scelta del no della sua Forza Italia, ma in qualche modo anche di tutto il “sistema-Italia” in linea col governo è stato poco prima del voto il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «No all’emendamento che prevede l’utilizzo delle armi al di fuori del territorio ucraino, in sintonia con quello che ha sempre deciso il governo. Sì però a favore della risoluzione e sostegno dell’Ucraina: continueremo ad aiutarla politicamente, finanziariamente e anche militarmente, ma non siamo in guerra con la Russia. E grande prudenza c’è anche da parte degli Stati Uniti», ha sottolineato il capo della diplomazia e di Fi. Nell’insieme comunque la risoluzione è passata a maggioranza schiacciante: 425 sì, 131 no (compresi i leghisti Borchia, Ceccardi e Vannacci) e 58 astenuti. E a dare la benedizione ancora una volta sulla linea di forte sostegno all’Ucraina è la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che ha annunciato che domani sarà in visita a Kiev. Un primo atto di grande significato nell’ambito del nuovo ciclo apertosi questa settimana col varo della sua nuova Commissione (che dovrebbe prendere servizio entro fine anno, dopo le audizioni dei singoli Commissari al Parlamento europeo).

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