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Il tour degli Oasis sbarca in America senza il «prezzo dinamico». I fan europei protestano

01 Ottobre 2024 - 15:22 Gabriele Fazio
«Quando la domanda di biglietti è senza precedenti e la tecnologia non riesce a far fronte a tale domanda, tutto diventa meno efficace e può portare a un'esperienza inaccettabile per i fan», ha spiegato il management della band

«America, gli Oasis stanno arrivando. Hai un’ultima possibilità per dimostrare che ci hai sempre amati». Con queste parole i fratelli Gallagher annunciano le prime date del loro reunion tour nel Nord America, dove, per il momento, è previsto che toccheranno Toronto, Chicago, New Jersey, California e Città del Messico. Ma gli americani avranno un notevole vantaggio economico rispetto al vecchio continente, infatti per l’occasione il management della band ha annunciato che non verrà utilizzato il sistema cosiddetto dynamic pricing (prezzo dinamico). «È ampiamente riconosciuto – si legge in una nota ad hoc sui canali social ufficiali della band – che i prezzi dinamici rimangono uno strumento utile per combattere il bagarinaggio dei biglietti e mantenere i prezzi inferiori al prezzo di mercato e quindi più accessibili per una significativa quota di supporter. Ma quando la domanda di biglietti è senza precedenti e la tecnologia non riesce a far fronte a tale domanda, tutto diventa meno efficace e può portare a un’esperienza inaccettabile per i fan». Inaccettabile è la parola corretta, infatti sono tanti quelli che hanno considerato tale l’impennata del prezzo del biglietto per le date degli Oasis in Gran Bretagna, che da 150 sterline hanno toccato vette di 6mila sterline e in certi casi anche molto di più. Una situazione grave su cui sono dovuti intervenire gli stessi Oasis con un comunicato contro il secondary ticketing, che però non ha cambiato la situazione. Tanti gli screenshot di risposta con l’assurdo prezziario del loro live, lievitato proprio a causa del sistema di dynamic pricing, da cui poi i fratelli Gallagher hanno preso pubblicamente distanza con un’altra nota ufficiale: «Deve essere chiaro – si legge – che gli Oasis lasciano le decisioni su come vendere i biglietti e a che prezzo ai loro promoter e management. La band non è mai stata conoscenza che il dynamic pricing sarebbe stato utilizzato. Sebbene gli incontri precedenti tra i promoter, Ticketmaster e il management della band avessero tutte le buone intenzioni per una vendita dei biglietti che sarebbe stata equa per i fan grazie a questo sistema di “biglietteria dinamica”, per contribuire a mantenere bassi i prezzi generali dei biglietti e ridurre il bagarinaggio, l’esecuzione del piano non ha soddisfatto le aspettative. Tutte le parti coinvolte hanno fatto del loro meglio per offrire la migliore esperienza possibile ai fan, ma a causa della domanda senza precedenti è stato impossibile raggiungere l’obiettivo».

Cos’è il dynamic pricing?

Il dynamic pricing entra in gioco nel mondo della musica quando viene smascherato il sistema di secondary ticketing che ha colpito in maniera seria la musica dal vivo ormai una decina d’anni fa. Le piattaforme si limitavano a vendere i biglietti senza preoccuparsi o sapere (ma su questo persistono sostanziosi dubbi) che poi sarebbero stati rivenduti a prezzi esorbitanti dai privati. Per combattere la pratica venne imposto un numero massimo di biglietti acquistabili da una singola persona, quattro, e poi che fossero nominali, ma non è bastato. Così si è passati ai prezzi dinamici, ovvero una strategia di vendita che sfrutta un algoritmo che calcola il prezzo di prodotti e servizi di un’azienda in base a determinate variabili come le abitudini di acquisto, la tipologia di cliente, l’orario, il numero di vendite realizzate, le offerte dei concorrenti, il luogo, il meteo e un’altra infinità di piccoli dettagli. In realtà tutti noi abbiamo a che fare con i prezzi dinamici quando prenotiamo voli e hotel per le nostre vacanze, abbiamo già digerito il fatto che il biglietto di un aereo o il soggiorno in un albergo potremmo pagarlo il doppio o la metà rispetto a chi ci siede accanto sull’aereo o alloggia nella camera vicina. Ma ciò che è accaduto con il tour degli Oasis non ha precedenti, oltre dieci milioni di utenti hanno affollato le piattaforme online per provare ad acquistare i biglietti e chi è riuscito ad accedere all’acquisto, magari dopo molte ore di attesa, si è ritrovato sullo schermo i prezzi di cui sopra, moltiplicati, senza alcun preavviso, proprio perché, come ha spiegato il management della band, il sistema di dynamic pricing, com’è facile intuire, non può reggere un evento richiesto a tal punto: con una simile richiesta la curva dei prezzi non è affatto dinamica ma tende esclusivamente a salire. La cosa chiaramente non è sfuggita alla Commissione Europea e all’autorità di controllo della concorrenza del Regno Unito, anche perché la piattaforma statunitense Ticketmaster non ha avvisato il pubblico che il concerto sarebbe stato venduto con quel sistema.

L’intervento della Ue

La piattaforma ha immediatamente alzato le braccia e scaricato la responsabilità su artisti e manager: sarebbero stati loro a decidere i prezzi dei biglietti. Un portavoce dell’ente regolatore inglese ha risposto così: «La legge sulla tutela dei consumatori richiede alle aziende di essere eque e trasparenti nei loro rapporti con i consumatori, e le aziende devono fornire informazioni chiare e accurate sul prezzo che le persone devono pagare. Non farlo potrebbe violare la legge». Un portavoce della Commissione europea ha confermato che la pratica è in fase di esame nell’ambito del «controllo di idoneità» delle normative Ue a tutela dei consumatori, la cui pubblicazione è prevista nei prossimi mesi, specificando che sebbene la pratica in sé non sia illegale, il modo in cui è stata utilizzata in occasione della reunion degli Oasis potrebbe violare le direttive dell’Ue. Ad esempio, se il prezzo di un prodotto fosse aumentato dopo che un consumatore ha inserito il biglietto nel suo carrello online. Cosa che molti fan denunciano sia accaduta. Fan che oggi si sentono traditi rispetto al trattamento ricevuto, e considerano ingiusto il fatto che gli americani assisteranno allo stesso show senza alcun sovrapprezzo.

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