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Renzi show al Senato: si fa beffe di Giuli, del discorso «teoretico» e della laurea mancata. E poi rimprovera La Russa: «Stia al suo posto» – Il video

10 Ottobre 2024 - 17:03 Felice Florio
Renzi prende spunto dall'articolo di Open per l'interrogazione al ministro della Cultura. Il quale, nella risposta, tradisce un po' l'emozione del suo primo question time a Palazzo Madama

Alessandro Giuli torna ad affrontare i parlamentari, dopo l’audizione «teoretica» che due giorni fa ha tenuto a Montecitorio. Oggi, 10 ottobre, il ministro della Cultura è al Senato per rispondere al question time. Italia Viva, per l’interrogazione, schiera il suo leader, Matteo Renzi. Il tema è quello della nomina di Fabio Tagliaferri – fatta dal predecessore di Giuli, Gennaro Sangiuliano – alla presidenza di di Ales spa. Le opposizioni contestano da tempo il criterio adoperato per la selezione, visto che il fedele meloniano, nel curriculum, vanta le gestione di piccole società, perlopiù attive nel settore dell’autonoleggio alla periferia di Frosinone, e un mandato di assessore ai Servizi sociali nel Comune. Tuttavia Renzi, con il suo stile caustico, non si esime da attaccare Giuli sull’esposizione a tratti indecifrabile delle linee programmatiche del dicastero.

Renzi e l’ironia sulle «indecifrabili linee guida del nuovo ministro»

Prendendo spunto dall’articolo di Open, afferma: «Intende fare repulisti anche sul buon Tagliaferri? Perché, cito, “di fronte a questo cambiamento di paradigma, la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare”». Renzi incalza: «Io trovo interessante sia la citazione, non contenuta qui, di Hegel che quella che io vedo di Luciano Floridi, sia una citazione di Monicelli e di Tognazzi e del conte Mascetti a proposito della sua strategia culturale. Ma le domando che ci azzecca con Hegel e la rivoluzione permanente dell’infosfera globale un Ncc di Frosinone alla guida di un’azienda di servizi culturali?».

Giuli: «Adeguerò il mio eloquio alle capacità cognitive di Renzi»

Giuli appare stizzito e risponde anche lui con uno sfottò: «Prometto da oggi che farò del mio meglio per adeguare il mio eloquio alle capacità cognitive del senatore Renzi». Partono i borbottii dai banchi di Italia Viva e interviene il presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Ho lasciato parlare Renzi che non mi pare non fosse ironico, non diciamo offensivo, quindi l’ironia è ammessa in quest’Aula». Così Giuli riprende il suo discorso: «In relazione alla procedura di nomina del presidente e amministrazione delegato di Ales, dottor Tagliaferri, sarebbe opportuno porre fine alle speculazioni e alle illazioni circolate sinora. Da parte nostra si conferma non soltanto la regolarità formale della procedura di designazione, ma altresì il valore professionale del dottor Tagliaferri, il quale, oltre ad aver ricoperto diversi incarichi, vanta un’indiscussa e duratura esperienza manageriale».

Il caso Manzione

Giuli non si limita, però, alla risposta sull’argomento dell’interrogante Renzi. Dismette i panni formali del ministro e contrattacca con il sarcasmo: «Colgo l’occasione per riconfermare la mia stima professionale nutrita nei confronti di Antonella Manzione, già capo dei vigili urbani di Firenze, scelta nel 2015 alla guida dell’ufficio Affari legislativi della presidenza del Consiglio dall’attuale interrogante e allora premier Matteo Renzi, che a suo tempo mi lusingai di difendere in pubblico dalle inaccettabili accuse di aver trasformato Palazzo Chigi in un comitato d’affari paesano». La Russa fa un richiamo a Giuli per aver sforato con il tempo.

A Giuli trema la mano mentre regge il foglio del suo intervento

A Renzi non è sfuggito il tremolio della mano mostrato da Giuli, mentre era al microfono. E alza ancora il livello del dileggio: «Mi dispiace averla vista tremare come hanno visto da casa, anche perché non vi era alcun intento malevolo». Qui scattano le scintille con il presidente del Senato, che prende parola solo per dire di non aver visto Giuli tremare. «Lei faccia l’arbitro, non faccia il supporter – lo interrompe Renzi -, si limiti a tifare Inter, Fratelli d’Italia la tifa in un’altra sede. Stia al suo posto». Poi il senatore di Italia Viva torna a incalzare Giuli: «Abbiamo visto tremare non tanto semplicemente la sua mano, ma la sua voce. Al di là delle battute sulle capacità cognitive senz’altro limitate del sottoscritto, ma in grado di far conseguire al medesimo una laurea in tempi decenti, cosa che auguriamo possa accadere anche a lei, il punto centrale è che lei non ha risposto alle domande su Ales».

«La risposta monicelliana del ministro»

Renzi minaccia di procedere in altre sedi istituzionali se non riceverà le risposte – entro una settimana – sulla società in house del ministero della Cultura. Poi torna a citare l’articolo di Open per attaccare Giuli: «Il punto politico, visto che ho ancora 1 minuto, è che sì, sicuramente è stata prematurata con scappellamento a destra come fosse Antani la risposta monicelliana del ministro, il punto chiave è che lei non ha dato una risposta di politica culturale. Voi avete messo uno che non ha un curriculum adatto per stare lì. E lo avete difeso e avete messo in campo una polemica contro una consigliera di Stato, la dottoressa Manzione, che non soltanto aveva tutti i titoli per stare lì e che trovo offensivo che lei citi, ma che addirittura ha svolto un servizio sì al Paese».

Renzi: «Giuli dava del patriota a Putin»

Il leader di Italia Viva conclude con un affondo sul passato di Giuli: «Lei caro ministro, anziché venire qui e dialogare con noi, è venuto a farci la lezioncina che noi da uno che dava del patriota a Vladimir Putin, non prendiamo. Vi misureremo sull’attività dei beni culturali, vi chiediamo la risposta alle domande entro una settimana e vi invitiamo a scoprire la gentilezza e l’umiltà nel posizionarsi non di fronte agli interroganti, ma di fronte al Parlamento della Repubblica che pro tempore la ospita come ministro». Il botta e risposta tra Renzi e Giuli termina con la replica dell’interrogante.

Giuli: «La Russia si gode 1 miliardo di accordi commerciali siglati dal governo Renzi»

Anzi no: rispondendo alla domanda successiva del senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone, il ministro si rivolge di nuovo a Renzi, sulla questione dei rapporti con la Russia: «Mi consenta, seppur tremolando, di esporre alcuni degli esiti conclusivi dei lavori del G7 Cultura di Napoli al quale non ha partecipato la Russia, evidentemente impegnata a godersi 1 miliardo di accordi commerciali siglati nel 2016 da un governo allora rappresentato da una persona qui presente, laureato però». La Russa deve intervenire ancora una volta: alza la voce e, infine, riesce a porre fine al battibecco.

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