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Laura Santi può accedere al fine vita, ma (per ora) non lo farà. La dedica di Mannocchi con la stessa malattia: «Vinta la battaglia per la libera scelta»

14 Novembre 2024 - 20:25 Ugo Milano
laura santi fine vita mannocchi
laura santi fine vita mannocchi
La 49enne di Perugia affetta da sclerosi ha i requisiti per accedere alla morte volontaria assistita

Laura Santi, la 49enne di Perugia affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla, ha ottenuto il riconoscimento di tutti e quattro i requisiti stabiliti dalla sentenza della Corte costituzionale per accedere alla morte assistita. La sua storia era emersa già lo scorso anno dopo che l’Usl Umbria le aveva negato la sua richiesta di fine vite formulata quasi 3 anni prima. Ora è arrivato parere favorevole alla richiesta, annuncia l’associazione Luca Coscioni, ma nonostante ciò, Santi ha dichiarato di non voler ricorrere alla misura per il momento, ma ha espresso soddisfazione nel sentirsi finalmente «libera di scegliere». Laura Santi è così la nona persona in Italia e la prima umbra ad avere il via libera per l’accesso alla morte volontaria assistita.

Mannocchi: «Ha vinto la battaglia per la libertà di scelta»

Sui social, interviene la giornalista Francesca Mannocchi, che si descrive come amica di lunga data di Laura Santi. «La mia amicizia con Laura Santi non è nata nello spazio, ma sull’asse del tempo. Lei vedeva in me il passato che non c’era più, io in lei un futuro che temevo e temo. Mi ha insegnato e continua a insegnarmi molte cose», è la premessa di un lungo post su Instagram. «La prima è che la sua battaglia per la morte assistita non è la battaglia di una donna malata che vuole morire. Ma la battaglia di una donna che pare aver vissuto mille vite, e ne ha almeno due: una prima e una dopo la sclerosi multipla, e che oggi vuole avere la possibilità di scegliere come morire. E vuole che la scelta di una morte dignitosa sia un diritto di tutti», prosegue. «C’è il dicibile e l’indicibile nella malattia e Laura – conclude – sa ridere sia del dicibile che dell’indicibile. Indossa uno dei sorrisi più belli del mondo, un sorriso che è un insieme di grazia e ferocia. Avevo scritto un lungo racconto di lei, e sulla nostra malattia […]. Oggi Laura ha vinto la sua battaglia che è una battaglia di tutti noi. Può scegliere come morire».

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