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«Se ci cacciano da Caivano è colpa tua!». Le accuse e le minacce dei “residenti” di Parco Verde alla mamma della bambina abusata

29 Novembre 2024 - 21:28 Stefania Carboni
caivano minacce mamma vittima
caivano minacce mamma vittima
La lettera del legale della donna al prefetto di Napoli: «Un gruppo la ritiene causa degli sgomberi, va tutelata»

Ieri una massiccia operazione condotta dalla procura di Napoli ha portato allo sgombero di 36 case al Parco Verde di Caivano. Abitazioni occupate in modo illegale, da soggetti che non avevano diritto ad averle perché, all’interno del nucleo familiare, era presente almeno un condannato per reati di camorra. Nemmeno sono passate 24 ore dalla fine delle operazioni che minacce ed accuse pesanti sarebbero state rivolte, da alcuni residenti, alla mamma di una delle cuginette vittime di abusi sessuali. Per quelle violenze, ripetute e subite da due bambine di soli 10 e 12 anni, sono stati recentemente condannati tre dei sette ragazzini coinvolti negli abusi. Sarebbe però la madre di una di quelle piccole vittime, a detta del gruppo, la causa degli sgomberi di ieri. A denunciarlo, in una lettera inviata al prefetto di Napoli Michele Di Bari, è l’avvocato Angelo Pisani, legale della donna.

Proteste durante la messa vespertina che don Maurizio Patriciello ha celebrato nella chiesa di San Paolo, al Parco Verde di Caivano, il giorno degli sgomberi, il 28 novembre 2024. Seduto al primo banco c’era il prefetto di Napoli, Michele di Bari, che è voluto tornare al parco Verde per essere vicino ai cittadini. ANSA/CIRO FUSCO

«Le hanno detto di non uscire di casa, va protetta»

«La signora – scrive Pisani – già profondamente segnata dalla dolorosa vicenda subita dalla figlia, si trova oggi a vivere in un clima di paura, tensione e segregazione forzata senza poter neppure uscire di casa per soddisfare i propri bisogni primari, a causa delle continue minacce alla sua incolumità. Le sue condizioni di vita sono diventate insostenibili, e le sue amiche più vicine, preoccupate per la sua sicurezza, le hanno consigliato di non uscire dall’abitazione per evitare possibili ritorsioni». «È pertanto mio dovere richiedere formalmente il suo intervento», scrive al prefetto Pisani il quale chiede «che vengano attivate, anche tramite l’Ufficio della Prefettura da Lei rappresentato, tutte le procedure idonee a tutelare i suoi diritti, inclusa la possibilità di un trasferimento immediato in una località protetta o in una struttura sicura come una casa famiglia». «Lo Stato ha il dovere di proteggere la signora – conclude il legale – una donna che, con coraggio, ha alzato la voce per salvare le bambine di Caivano e infrangere il muro di omertà che per anni ha avvolto questa realtà».

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