Meloni parla con Adnkronos e lancia la sfida per il 2027: «Bene lavoro e immigrazione, ecco cosa faremo sulla natalità»


La premier Giorgia Meloni ha concesso un’intervista in esclusiva ad Adnkronos che appare già proiettata, dopo il giro di boa di metà legislatura, al 2027 e al momento in cui ci si ripresenterà agli elettori. L’inizio del suo governo, ad ottobre 2022 le appare lontano dice, ma aggiunge: «Se penso a quello che ancora vogliamo realizzare ragiono come se avessimo appena iniziato. Anche quando la stanchezza fisica prende il sopravvento, non penso mai di aver fatto abbastanza. Dopodiché, al di là delle sensazioni, c’è un dato inconfutabile: il governo che presiedo è già oggi il quinto più longevo della storia repubblicana e certamente saliremo ancora in questa classifica. È un governo stabile, che poggia su una maggioranza coesa, e questa stabilità aumenta la considerazione per l’Italia».
I risultati del governo
Il risultato più importante, aggiunge, è «sentir dire a molti italiani che hanno ritrovato un po’ di fiducia e di orgoglio. Siamo una nazione e un popolo straordinari». Mentre se pensa alle cose ancora da fare, Giorgia Meloni mette al primo posto la sfida sulla natalità: «Vorrei poter ottenere sulla natalità gli stessi straordinari risultati che abbiamo ottenuto sul fronte dell’occupazione e su quello del contrasto all’immigrazione irregolare. Il sostegno alla natalità rimane una priorità a cui abbiamo dedicato misure importanti e risorse significative, ma non basta. I risultati sono ancora insufficienti». Il problema, dice, è «sostenere le madri lavoratrici e rafforzare gli strumenti di conciliazione famiglia lavoro», ma, secondo Meloni c’è anche un tema di narrazione: «Serve una grande alleanza culturale, per cambiare la narrazione secondo la quale mettere al mondo un figlio sia un carico troppo gravoso per la carriera e per le ambizioni personali, soprattutto delle donne». Impegno maggiore anche per il prezzo dell’energia: «Dobbiamo riuscire a trovare il modo di abbassare strutturalmente il costo dell’energia in Italia».
Le riforme
Meloni dice di voler realizzare per intero il programma, anche per rilanciare la sfida dopo il 2027: «Voglio potermi ripresentare agli elettori dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto». Su tutti i temi e sul lavoro, perché dice, il governo ha «aumentato il lavoro, ridotto il precariato e messo al centro la sicurezza sul posto di lavoro».
Gli attacchi
Infine, la presidente del consiglio si dice delusa soprattutto dai tanti attacchi personali: «Quello che mi è dispiaciuto in questi anni è stato vedere che, pur di colpire me e questo governo, alcune persone senza scrupoli non abbiano avuto alcuna remora a mettere in mezzo la mia famiglia, mia sorella, il padre di mia figlia, addirittura mia figlia. Quasi sempre senza ragione, in una strategia di banale character assassination». Non sono stati risparmiati attacchi sessisti aggiunge: «Troppe volte sono stata oggetto di attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio e nell’indifferenza di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne».
La libertà di informazione
Sebbene proprio oggi siano stati pubblicati i risultati del documento di Reporters sans frontieres che mette l’Italia all’ultimo posto tra i paesi dell’Europa occidentale, Meloni dice che non ci sono problemi, né nei media privati né in quelli pubblici: «Continueremo su questa linea: garantire spazi di libertà a tutti, anche a chi non ha mai potuto esprimere le proprie qualità o competenze perché non aveva la tessera giusta in tasca e non frequentava i salotti più in, quando cioè in Italia un problema di pluralismo c’era davvero ma, ovviamente, non si poteva dire».
I rapporti con Trump e l’antifascismo
A proposito dei rapporti con Donald Trump, Meloni dice di avere con il presidente americano un rapporto non succube: «Noi siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli USA, con lealtà ma senza subalternità. L’ultimo frutto di queste buone relazioni è ad esempio l’annuncio di Trump di voler ripristinare il Columbus Day». E a proposito dell’antifascismo: «Rifuggo dall’utilizzo strumentale della categoria dell’antifascismo. Da molto tempo a destra non c’è nessun imbarazzo a condannare ogni forma di dittatura e di violenza politica, cosa che purtroppo la sinistra non riesca ancora a fare, invocando una serie di distinguo molto preoccupanti».