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Siria, l’esercito di Israele colpisce Damasco: «Un messaggio al regime» – Il video

israele attacco siria damasco
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Colpito un obiettivo davanti al palazzo presidenziale. «Non permetteremo che le forze vengano inviate a sud di Damasco né che venga posta in essere alcuna minaccia per la comunità drusa», dice Netanyahu

L’esercito di Israele colpisce Damasco. L’Idf ha fatto sapere su Telegram di aver colpito una zona con un raid vicino alla capitale della Siria. «Poco fa, aerei da combattimento hanno colpito la zona adiacente al Palazzo di Hussein al-Sharaa a Damasco», il messaggio fatto circolare su Telegram. Subito dopo l’Idf ha fatto sapere che è stato avvistato un missile proveniente dallo Yemen e che è pronto a intercettarlo. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui hanno annunciato che Israele ha colpito un obiettivo vicino al palazzo presidenziale a Damasco.

Messaggio al regime

«Questo è un messaggio chiaro al regime siriano. Non permetteremo che le forze vengano inviate a sud di Damasco né che venga posta in essere alcuna minaccia per la comunità drusa», hanno detto i due nella dichiarazione. Ieri Katz aveva avvertito Damasco che avrebbe colpito se Damasco non avesse protetto i drusi. Almeno 73 persone sono morte negli scontri di martedì 30 aprile e mercoledì primo maggio, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani. In nottata una manifestazione di drusi in Israele è andata davanti alla casa del primo ministro a Cesarea per chiedere protezione. I dimostranti hanno bloccato le strade nel nord di Israele: diverse arterie stradali chiave nel nord del paese, tra cui un tratto dell’autostrada 6 tra l’incrocio di Tel Kashish e quello di Ein Tut. Anche l’autostrada 85 è stata chiusa al traffico all’incrocio di Rama, così come l’autostrada 65 allo svincolo di Tzalmon.

I dimostranti e l’esercito

Secondo il media Ynet, un gran numero di coloro che protestano sono riservisti drusi delle Idf, convinti che Israele stia deludendo la loro comunità all’interno della Siria. «Riceviamo sempre più segnalazioni dai nostri fratelli che gli sceicchi escono per difendere i loro villaggi e vengono massacrati. Mentre Israele resta a guardare e non fa nulla per fermare queste atrocità come ha promesso», ha dichiarato un riservista al notiziario. «Esiste un patto storico tra ebrei e drusi. E proprio come ci siamo schierati a combattere per lo Stato e a morire se necessario, in ogni occasione e in particolare di fronte agli orrori del 7 ottobre, dobbiamo reagire e fermare le attuali atrocità in Siria che sono dirette contro i nostri fratelli», ha aggiunto.

L’appello alla comunità internazionale

Sempre ieri il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché proteggesse le comunità druse in Siria. «Noi, popolo ebraico, sappiamo cosa significa essere una minoranza», ha dichiarato Saar durante un incontro con ambasciatori nella residenza presidenziale a Gerusalemme, sottolineando come il Medio Oriente sia una regione ostile per le minoranze. «Non si può continuare a ignorare ciò che accade da mesi in Siria», ha aggiunto.

L’intervento del ministro aveva seguito un appello del titolare dell’Interno israeliano, che aveva chiesto apertamente un intervento militare per difendere i drusi siriani. Nella stessa cornice, l’esercito israeliano ha condotto il 30 aprile un raid contro “estremisti” nella zona di Damasco, secondo quanto riferito dalle autorità. Saar ha invitato i governi a schierarsi «o con Israele, o con l’asse che vuole annientarla», in quella che ha definito una battaglia storica.

Foto e video da HK su X

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