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Giuseppe Valditara, la scuola e l’educazione sessuale: «Devono farla i genitori e alla scuola dell’infanzia meglio di no»

03 Maggio 2025 - 05:31 Alba Romano
valditara giulia cecchettin
valditara giulia cecchettin
Il ministro dell'Istruzione e del Merito: lo dice la Costituzione

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara spiega oggi la circolare sui compiti e l’educazione sessuale. In un’intervista al Corriere della Sera Valditara dice a Gianna Fregonara che con la circolare sui compiti «invito i docenti a tenere conto delle esigenze della persona dello studente, intorno a cui ruota la scuola. L’alunno ha il dovere di studiare ma anche il diritto di programmare lo studio contemperandolo con le attività extrascolastiche. E poi c’è l’articolo 30 della Costituzione che stabilisce che l’educazione è un diritto e un dovere innanzitutto dei genitori. La norma sul consenso informato per le iniziative che riguardano l’educazione sessuale rispetta questo principio».

L’educazione diritto-dovere dei genitori

Proprio per questo sostiene Valditara, l’educazione sessuale compete ai genitori. Perché «tocca temi valoriali sensibili dove famiglia e scuola devono dialogare in nome di un sano pluralismo, con l’unico vincolo del rispetto dei principi costituzionali. Non si può obbligare uno studente a seguire corsi che possono presentare il rischio di una caratterizzazione ideologica. Chi non è d’accordo con questi corsi, potrà seguire lezioni alternative. Non è nemmeno opportuno che teorie complesse come quelle sull’identità sessuale siano spiegate nella scuola dell’infanzia e alla primaria dove i bambini non sono ancora strutturati».

Secondo Valditara «l’educazione al rispetto per la donna e a relazioni corrette non ha poi nulla a che vedere con le teorie sulla sessualità: l’abbiamo anzi inserita per la prima volta come vero e proprio obbiettivo di apprendimento, obbligatorio per tutti, nelle nuove linee guida sulla educazione civica. Quello per cui si deve informare dettagliatamente le famiglie, richiedere il consenso scritto, offrire lezioni alternative, prevedere professionisti di comprovata caratura scientifica (e non associazioni che vogliono indottrinare i giovani) sono per esempio tutte le iniziative dove si afferma che non esisterebbe un codice binario uomo/donna».

I compiti

Sui compiti, aggiunge il ministro, «la mia circolare va in senso opposto: migliorare la collaborazione tra scuola e famiglie, ciò serve anche a garantire l’autorevolezza dei docenti in un clima di reciproco rispetto. Esprime inoltre un indirizzo pedagogico volto a consentire ai ragazzi di potersi formare nella loro personalità attraverso attività che non siano solo scolastiche. La Cgil dice che viola l’autonomia scolastica, ma l’autonomia deve essere al servizio della persona. In questo senso va anche l’iniziativa che prevede che i genitori di uno studente con disabilità, se il figlio ha instaurato un buon rapporto con il docente supplente di sostegno, possano chiedere la continuità didattica».

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