Ultime notizie ConcertoneConclaveDonald Trump
ATTUALITÀBambiniConclaveInformazionePapa FrancescoPerùViolenza sessuale

Tiro a segno sul cardinale Prevost, in pole position fra i papabili. Spunta un dossier che lo accusa di aver coperto gravi abusi sessuali

04 Maggio 2025 - 18:43 Alba Romano
Cardinale Prevost abusi Conclave
Cardinale Prevost abusi Conclave
Due preti abusatori di bimbi a Chicago, le suore peruviane molestate e poi perseguitate dalla diocesi di Chiclayo. Le accuse al "papabile" Prevost (che nega tutto)

Il tiro a segno sul cardinale papabile del momento ora vede nel mirino il cardinale Robert Prevost, nativo di Chicago ma diventato per la prima volta vescovo a Chiclayo, in Perù, e poi nominato da Papa Francesco alla guida del Dicastero per i vescovi. Prevost nell’ultima congregazione è stato tirato a sorte per diventare stretto collaboratore nel governo della sede papale vacante del cardinale camerlengo Kevin Joseph Farrel, irlandese di nascita, poi naturalizzato americano. Agostiniano per qualche anno alla guida del suo ordine, Prevost è considerato un candidato importante dell’ala bergogliana, che potrebbe essere portato dai cardinali dell’America latina e da parte di quelli dell’America del Nord. Per lo stesso motivo è nel mirino dei critici del papato di Francesco. E il tiro a lui diretto arriva infatti da una testata spagnola molto letta dal fronte conservatore, infovaticana.com, che ha pubblicato uno scottante dossier in cui si accusa il cardinal Prevost (che respinge sdegnato l’accusa) di avere insabbiato le denunce per abusi sessuali nei confronti di sacerdoti che avevano collaborato con lui sia negli Stati Uniti che in Perù.

La copertura di due sacerdoti di Chicago accusati e condannati per abusi su bambini

I casi più antichi risalgono agli anni Ottanta e Novanta e riguardano due sacerdoti agostiniani di Chicago accusati di abusi sessuali nei confronti di bambini. Entrambi dopo una campagna stampa che aveva raccolto le denunce presentate dai familiari dei bambini abusati sono stati indagati e condannati dalla giustizia ordinaria americana. Ma per lungo tempo nessun provvedimento nei loro confronti è stato adottato dall’ordine agostiniano, e uno dei due ha vissuto a lungo a fianco a fianco dell’allora superiore Prevost. Alla fine, la diocesi di Chicago non solo ha dovuto riconoscere i casi, ma ha presentato pubbliche scuse alle famiglie delle vittime e ha pagato a una sola delle vittime anche un risarcimento di 2 milioni di dollari. Due avvocati specializzati nelle cause sugli abusi della Chiesa hanno denunciato fra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 per le presunte responsabilità nelle coperture offerte ai sacerdoti condannati sia il cardinale Prevost che il cardinale Blase Joseph Cupich, arcivescovo di Chicago.

Il cardinale Blase Joseph Cupich, arcivescovo di Chicago

Quattro suore molestate e abusate da due sacerdoti vicini al cardinale in Perù

Il secondo caso contenuto nel dossier è ancora più spinoso, e riguarda la diocesi peruviana di Chiclayo nel periodo in cui Prevost è stato vescovo (in rapporti di grande amicizia con l’allora presidente del Perù, l’autocrate Alberto Fujimori), e nel periodo successivo in cui, chiamato a Roma da Francesco, il cardinale è stato anche presidente della Pontificia commissione per l’America Latina, continuando a seguire direttamente le vicende ecclesiali peruviane. Il caso nacque dalla denuncia di quattro suore nei confronti di due sacerdoti, padre Lute e padre Riccardo, che erano stretti collaboratori del vescovo e poi cardinale Prevost. Le suore hanno raccontato una lunga serie di molestie e abusi sessuali iniziate quando due di loro erano bambine, una di 9 e l’altra di 13 anni. La prima denuncia fu fatta proprio a Prevost, che non volle però occuparsi del caso suggerendo alle due suore di rivolgersi alla giustizia ordinaria, cosa che in effetti fecero. 

Il cardinale non raccolse la denuncia, mandando le suore dalle autorità civili

Alle suore però non bastava avere giustizia dallo Stato peruviano, chiedevano di averla dalla Chiesa che stavano servendo. Prevost le incontrò con un sacerdote nell’arcivescovado di Chiclayo e fece loro scrivere una denuncia alle autorità ecclesiastica, regolarmente inviata, ma come si sarebbe poi scoperto mai registrata. La giustizia ordinaria non fece invece il suo corso dichiarando coperti da prescrizione i reati, perché consumati molti anni prima. Non avendo giustizia da nessuna autorità civile o ecclesiale, le suore hanno portato il loro caso all’attenzione della stampa. Di fronte alle domande dei giornalisti l’arcivescovado di Chiclayo ha pubblicato un comunicato stampa in cui si sosteneva che la denuncia delle suore era stata archiviata sulla base del procedimento della giustizia ordinaria, che aveva stabilito la prescrizione dei reati e ritenuto che non ci fossero prove delle accuse nei confronti dei due sacerdoti, sempre difesi dalla Curia.

Con la prescrizione civile dei reati anche la Chiesa archivia la denuncia

Il comunicato diocesano però mentiva su un punto: avendo dichiarato la prescrizione la giustizia ordinaria non ha mai esaminato il merito della denuncia delle suore, e quindi non aveva stabilito che le loro accuse fossero infondate. Di fronte alla campagna stampa subito nata, il vescovo Prevost ha comunque trasferito uno dei due sacerdoti in un’altra diocesi, pur consentendogli di esercitare il ministero senza alcuna limitazione. Chiamato da Francesco a Roma, Prevost ha lasciato la carica al successore, il vescovo Guillermo Cornejo. Le battagliere suore sono riuscite a registrare un alto collaboratore del vescovo, che rivelava come davanti a Prevost uno dei sacerdoti accusati avesse ammesso gli abusi compiuti, e per questo fosse stato trasferito fuori dalla diocesi, però senza alcun provvedimento restrittivo. Sempre per il pressing della stampa, il vicario del vescovo ha ricevuto le suore, dichiarando loro che la prescrizione sarebbe stata sospesa e aperto un processo davanti al tribunale ecclesiale della diocesi, a patto però che le due finissero di accusare pubblicamente Prevost.

Girandola di vescovi, poi la persecuzione contro l’avvocato canonista delle suore 

Il processo è stato riaperto, e la diocesi in un incontro con la stampa ha spiegato di avere interrogato padre Lute, che aveva confessato i fatti di cui era accusato da tre suore, e per questo gli era stato chiesto di non celebrare più messa e di non partecipare ad eventi pubblici. Per il processo in corso si è offerto di fare da legale delle suore un agguerrito canonista, monsignor Ricardo Coronado Arrascue. Il 14 febbraio 2024, poche settimane dopo la riapertura del processo, il vescovo di Chiclayo è stato rimosso dal Papa e al suo posto è stato nominato un vecchio amico del cardinale Prevost, monsignore Edinson Farfán Córdova. Arrascue ha chiesto un appuntamento al nuovo vescovo il 14 giugno 2024 per essere aggiornato del processo, ma non ha ottenuto udienza. Allora ha scritto una lettera al vescovo elencando le omissioni e qualche bugia ufficiale della diocesi sul caso e ipotizzando responsabilità serie del cardinale Prevost. Il 27 giugno il nuovo vescovo ha risposto per lettera sostenendo che la costituzione nella causa dell’avvocato canonista era considerata illegittima per avere presentato nel suo ricorso fotocopie e documenti scannerizzati invece degli originali. Arrascue ha fatto ricorso contro questa decisione allegando in ogni caso i documenti originali della denuncia delle suore. Nessuna risposta. Il 12 agosto il cardinale Prevost è venuto in visita in Perù, ospite per alcuni giorni del vescovo di Chiclayo. Il 24 agosto 2024 la Conferenza episcopale peruviana in un comunicato ha informato che Arrascue non poteva da quel momento esercitare più come canonista, né difendere clienti davanti ai tribunali ecclesiastici. Il 29 agosto 2024 il vescovo della diocesi di Cajamarca, da cui dipendeva il canonista, ha chiesto ufficialmente a monsignore Arrascue di lasciare lo stato clericale, minacciando altrimenti un processo penale e amministrativo nei suoi confronti. Ad oggi le suore abusate non hanno mai ricevuto giustizia.

leggi anche