Dazi Usa, stangata sull’auto giapponese: Toyota perde 1,3 miliardi in due mesi. Tokyo accusa il colpo: «Crescita dimezzata»


Ogni ora una casa automobilistica giapponese perde un milione di dollari a causa dei dazi americani. È la stima comunicata qualche settimana fa da Ryosei Akazawa, il negoziatore numero uno di Tokyo con Washington per le questioni commerciali. E se di primo acchito può sembrare una cifra iperbolica, a ben guardare non è molto distante dalla realtà: la Toyota, di gran lunga il più affermato produttore in Giappone nonché la più grande azienda di auto al mondo, ha previsto un calo degli utili di 1,3 miliardi di dollari solo tra aprile e maggio. Una situazione che si preavvisa ancor più negativa per le altre case, molto meno salde della Toyota e molto più dipendenti dal mercato statunitensi per i loro introiti.
Il momento nero di Toyota: -20% sull’anno fiscale
Solamente un anno fa Toyota era protagonista del miglior trimestre mai registrato da un’azienda giapponese, con un utile pari a 67,21 miliardi di dollari. A dodici mesi di distanza, la ruota della fortuna sembra essere completamente girata. Per l’anno fiscale che terminerà a maggio 2026 le stime sono state ridimensionate, e non di poco: dai quasi 33 miliardi di dollari annui a 26 miliardi, con un calo del 20%. Per adesso, però, la stima più precisa è quella riferita agli ultimi due mesi: «L’impatto dei dazi è molto difficile da prevedere a lungo termine», ha commentato l’ad di Toyota Koji Sato. «L’attuale contesto che circonda l’industria automobilistica, comprese le relazioni commerciali, è in profonda evoluzione».
Il pugno nello stomaco di Tokyo e le stime di crescita dimezzate
Dai dati però sembra chiaro che esiste un Giappone avanti-dazi e un Giappone dopo-dazi. Il presidente americano Donald Trump ha fissato al 25% le tariffe su tutte le vetture importate negli Stati Uniti e, da settimana scorsa, anche sui pezzi di ricambio. Tokyo è stata inevitabilmente colpita duramente al cuore della sua produzione e del suo mercato, la cui spina dorsale è proprio l’automotive e in particolare sulla direttrice Giappone-Usa. Solo pochi giorni fa la Banca centrale giapponese ha più che dimezzato le previsioni di crescita, passando dal +1,1% stimato in gennaio al +0,5%. La causa? Il «livello senza precedenti» di tariffe applicate dagli Stati Uniti. Gli emissari di Tokyo sono stati tra i primi a mettersi in contatto con la Casa Bianca per iniziare le trattative, ma una soluzione alla questione sembra ancora lontana. E intanto l’economia soffre: se Toyota, la più salda delle case giapponesi, arranca, per le altre la situazione sarà ancor meno rosea.