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I bimbi dell’asilo in gita alla moschea? «Tutto regolare»: la risposta dell’Ufficio scolastico regionale al ministro Valditara

09 Maggio 2025 - 16:21 Alba Romano
asilo cattolico gita moschea bambini inginocchiati
asilo cattolico gita moschea bambini inginocchiati
Dopo la bufera politica, dal ministero dell'Istruzione era partita la richiesta di approfondimento sul caso dell'asilo cattolico in provincia di Treviso. Perché secondo l'Ufficio scolastico non c'è nulla di irregolare

Si è chiuso il caso dei bambini dell’asilo parrocchiale Santa Maria delle Vittorie di Ponte della Priula, nel Trevigiano, in ginocchio nella moschea del centro culturale islamico Emanet di Susegana. Almeno da un punto di vista amministrativo. Come riporta il Gazzettino, in seguito alle verifiche richieste dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, a causa delle polemiche scoppiate non tanto sull’uscita della classe nel centro islamico, quanto sulle foto che mostravano gli alunni in ginocchio davanti all’imam, l’iniziativa è stata ritenuta regolare.

Cosa dice l’Ufficio scolastico veneto sul caso dei bimbi alla moschea

«Abbiamo fatto le verifiche con l’asilo. La cosa è rientrata tranquillamente. E va bene così». A parlare è Marco Bussetti, direttore generale dell’ufficio scolastico del Veneto. La scuola parrocchiale ha, infatti, chiarito che con la propria azione non è mai uscita dal perimetro del proprio progetto educativo, sostenuto peraltro anche dai genitori dei bambini. «Abbiamo assistito con dispiacere a polemiche e strumentalizzazioni che travisano completamente il senso dell’iniziativa», hanno scritto in una lettera le famiglie. «Occorre fare chiarezza: la visita alla moschea è stato un momento educativo all’interno di un percorso di conoscenza, dialogo e rispetto verso le diverse culture e religioni che sono presenti nel nostro paese. Riteniamo importante che i nostri figli crescano con la capacità di conoscere e confrontarsi con ciò che è diverso, senza pregiudizi né paure. Non lasciamoci trascinare da polemiche sterili e da strumentalizzazioni politiche sulla pelle dei nostri figli e figlie, ma a guardiamo al vero senso di iniziative come questa: costruire ponti, non muri».

La bufera politica

Il caso aveva ben presto assunto dimensioni politiche, con Matteo Salvini che era insorto sui social scrivendo: «Alla faccia della reciprocità», cui aveva fatto eco una parte di Fratelli d’Italia. Una parte dei deputati veneti del Carroccio si sono chiesti «se sia mai accaduto il contrario: che bambini musulmani, in visita a una chiesa, si siano raccolti in preghiera cristiana. Resta da capire come si possano organizzare gite in un luogo di culto di una religione che non ha mai sottoscritto un’intesa con lo Stato italiano».

Luca Zaia sui bambini alla moschea

Anche il Presidente del Veneto, Luca Zaia, è intervenuto: «Si è passato il limite, va rispettata la fede religiosa di chiunque. Immagino che molti di questi bambini provengano da famiglie cattoliche. Si è mancato loro di rispetto. Non si è rispettato l’aspetto identitario. Nessuno deve essere obbligato a pregare un altro Dio dal punto di vista formativo questi sono bambini nell’età dell’imprinting. Assorbono tutto. Ricordano e ne sono condizionati per tutta la vita. Solo un cristiano può porsi il problema di non andare a urtare un musulmano. Noi siamo quelli del porgi l’altra guancia, siamo per il rispetto estremo della persona. Benissimo. Però dobbiamo evitare che questo inneschi un processo di autocastrazione identitaria».