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Primo dossier sul tavolo di Papa Leone XIV sulle finanze vaticane. Dito puntato sulla avara Spagna, che si inventa una tassa sulle cattedrali

10 Maggio 2025 - 13:56 Fosca Bincher
papa leone xiv
papa leone xiv
Per cercare di tappare il buco da 70 milioni e aumentare le entrate dell’obolo di San Pietro, chiesto ai cardinali iberici di alzare il contributo dei cattolici del loro paese, solo decimi nella classifica delle donazioni

Anche se il nuovo papa Leone XIV è persona riflessiva che non si precipita a prendere decisioni, fra i primi dossier che arriveranno sul suo tavolo ci sarà quello sulle finanze vaticane e la crisi dell’obolo di San Pietro che per la loro urgenza hanno bisogno di interventi rapidi. Qualcosa però è già emerso durante la drammatica congregazione dei cardinali del 30 aprile scorso, quando il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e coordinatore del Consiglio per l’economia del Vaticano, ha gelato la sala snocciolando le cifre di un deficit superiore ai 70 milioni di euro. Tre ore e mezza dove nel mirino è finita la scarsa raccolta delle diocesi di tutto il mondo e in particolare quella della Spagna.

Il cardinale di Barcellona, Omello

La strigliata partita da papa Francesco per l’avarizia dei cattolici spagnoli

Già papa Francesco si era fatto sentire con gli spagnoli prima di ammalarsi, perché nella classifica delle donazioni di diocesi e privati il contributo iberico è appena al 10° posto, pur avendo il 90% della popolazione battezzata e una parte consistente dei beni della Chiesa nel mondo. Ad oggi quella classifica è guidata dagli Stati Uniti (28,1% della raccolta di diocesi e privati, pari a 13,6 milioni di euro), seguita da Italia (6,4% con 3,1 milioni di euro) e Brasile (3,9% con 1,9 milioni di euro). La Spagna offre all’obolo di San Pietro appena l’1,7% della raccolta con circa 800 mila euro, cifra nettamente inferiore a quella della Corea del Sud che con 1,3 milioni di euro raggiunge la percentuale del 2,7%.

La cattedrale di Toledo

Il piano di emergenza del cardinale Omella porta a una tassa pagata dai turisti

La strigliata prima di papa Francesco e poi degli altri cardinali alla vigilia del conclave ha preoccupato soprattutto l’arcivescovo di Barcellona, cardinale Juan Josè Omella, che è stato presidente della conferenza episcopale spagnola fino al 2024. Che proprio durante i giorni romani ha sbloccato un piano di raccolta straordinaria per San Pietro che coinvolge alcune diocesi spagnole. Da giugno dovrebbe essere messa una sorta di “tassa per San Pietro” sui biglietti pagati per l’ingresso nelle cattedrali di Toledo, Cordoba e Siviglia, con il 10% degli incassi che saranno d’ora in avanti inviati in Vaticano per la carità del nuovo papa Robert Prevost. Non è escluso però che lo stesso possa avvenire in altre cattedrali, abbazie, conventi e musei diocesani. Una soluzione di emergenza che però tocca poco le tasche dei cattolici spagnoli, così restii a contribuire alle finanze vaticane: la piccola tassa sarà pagata soprattutto dai turisti provenienti da tutto il mondo.

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