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Francesco Emilio Borrelli, il videodeputato Sputtanapoli: «Vede questo naso? Me l’hanno rotto i clan»

12 Maggio 2025 - 07:08 Alba Romano
«Sempre solo, sempre a fronte alta»

Francesco Emilio Borrelli è il deputato dei Verdi che denuncia in video «le nefandezze, le illegalità» a Napoli. «Non sono moralista, non sono giustiziere. Voglio la legalità, voglio vedere vincere lo Stato e perdere i lazzaroni, come si dice a Napoli», dice in un’intervista a Il Fatto Quotidiano. «Sei camorrista? Ti chiamo camorrista. Sei farabutto? Ti chiamo farabutto. Sei ladro? Ti chiamo ladro», dice. «Sempre solo, sempre a fronte alta anche se a volte la mia fronte, il mio naso, vede questo naso?», aggiunge. «L’ultima volta in una colluttazione coi clan. Io documento tutto e con i social vivo la mia esperienza politica e civile».

Il videodeputato Sputtanapoli

Lo chiamano Sputtanapoli, dice Antonello Caporale: «Un modo per dire che le mie battaglie sporcano il volto della città. Ma io sporco soltanto le facce sporche». Anche se è finito «una trentina di volte al pronto soccorso, ho la retina inguaiata, il naso tutto storto, gli zigomi infranti, le braccia ferite. Almeno cento volte sono stato malmenato. Io le prendo, ma non sto zitto. A volte mi sento un po’ Gandhi». Adesso ha la scorta. E cinquantamila preferenze: «La città è preda di un vizio antico e per me insopportabile: la legalità le riesce insopportabile».

L’abusivismo

E ancora: «Vado all’ospedale San Giovanni Bosco, parcheggio l’auto. Entro per un’ispezione, al tempo di consigliere regionale e mi dicono: il parcheggio è abusivo, sbarra e gabbiotto sono abusivi, come pure le macchinette automatiche per l’acqua e il caffè». Dice di aver chiamato “Gennaro”, che prometteva assistenza per le macchinette: «Lì me la sono vista brutta, volevano proprio staccarmi la testa. Per un pelo non mi mandarono in frantumi la cervicale. Una guardia giurata mi ha salvato. Grande paura ma grande soddisfazione: è dovuta intervenire la Procura, ho fatto smantellare tutto».

Le case occupate

Ma la sua attività preferita è quella di «liberare le abitazioni abisive. L’ultima mia battaglia contro una coppia di tiktoker, marito e moglie, che freschi freschi si erano fatti casa dove non potevano». Anche se la sua compagna è sempre in pensiero. «Non ho voluto figli anche per questa mia condizione pubblica. E qui ci fermiamo. Tre scooter andati a fuoco. Non l’abbiamo già scritto? E le ferite al braccio, le querele vinte?».

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