Giorgia Meloni e la questione Gaza: «Non condividiamo le proposte di Israele, ma non è da loro che è iniziata la guerra». Lo scontro con Conte e Schlein


La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è oggi, 14 maggio, in Aula per prendere parte al “premier time“. Un appuntamento che ricalca quello del question time: ogni deputato iscritto pone un’interrogazione, la premier risponde e il parlamentare ha diritto a una breve replica. A differenza del format tradizionale, però, a rispondere non sono i ministri, ma la presidente del Consiglio. Quello di oggi è il secondo premier time del mese, dopo quello della scorsa settimana – 7 maggio – che si è tenuto in Senato. Un appuntamento durante il quale non sono mancati momenti di tensione tra la presidente del Consiglio e il senatore di Italia Viva, Matteo Renzi, come spesso accade.
Disagio giovanile
Ad aprire il giro di interrogazioni è Fabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia, che ha posto alla premier una domanda sul disagio giovanile: «Le chiedo quali iniziative abbia preso per affrontare questo tema?». «Il mondo giovanile è sempre stato al centro del mio impegno politico, quindi è un tema che mi sta molto a cuore», spiega la premier. Dopo aver illustrato alcune delle riforme già attuate dal suo governo, come il modello Caivano, la premier aggiunge: «Permettetemi di parlare da madre, più che da presidente del Consiglio». Qualcuno la interrompe in aula sul “madre”. Ribatte «Va bene, parlo da presidente del Consiglio». Ride un po’ stizzita. «Mi sento un po’ disarmata – racconta – Non so se riesco a comprendere pienamente i rischi che corre mia figlia. Mi spaventa vedere tanti giovani che si esprimono in silenzio, attraverso una chat. Mi spaventa che possiamo rendercene conto troppo tardi. E poi ci sono i casi di suicidio». Per contrastare questa tendenza, la premier ha detto che verrà creato un gruppo di lavoro dedicato. Ha poi chiesto la collaborazione dei partiti: «Non so dove porterà questo lavoro, ma certamente non sarà tempo perso».
Meloni e la posizione su Gaza
Il leader di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli torna sulla guerra nella Striscia di Gaza, punto su cui da tempo l’opposizione chiede una risposta della premier: «Il governo italiano ha fatto molto sul fronte umanitario e per cercare di porre fine al conflitto», dice Meloni rispondendo alla domanda sulla posizione del governo. «Ho avuto più volte colloqui con Netanyahu, anche conversazioni difficili, durante le quali ho richiesto di cessare le ostilità, richiesta che rinnovo anche oggi, alla luce della situazione sempre più drammatica». In merito alle recenti proposte del governo israeliano, la premier ha precisato: «Non le approviamo, ma è importante sottolineare che Israele non ha iniziato la guerra. C’è un disegno dietro l’attacco che punta all’isolamento, e assecondare i piani dei terroristi sarebbe pericoloso». Ha poi ribadito l’impegno dell’Italia per la cessazione permanente delle ostilità, ma ha chiarito senza ambiguità: «Non c’è spazio per Hamas nella Striscia di Gaza». Bonelli ribatte: «Le parlo da padre: sono indignato dalla sua ipocrisia. Ma lei, da madre, come si sente di fronte alla morte di bambini innocenti? Non ha il coraggio di condannare i ministri del governo Netanyahu che dichiarano di bombardare i depositi alimentari?». E continua: «Lei sta facendo il suo calcolo politico per non inimicarsi Israele e Washington».
Dl sicurezza e Magi espulso
Parlando del disegno di legge sulla sicurezza, la premier ha difeso fermamente l’impostazione scelta dal governo: «Ci sono forze politiche che definiscono questo provvedimento un attacco alla libertà. Ma il diritto di manifestare ci sarà sempre – aggiunge – finché ci saremo noi, però, al governo, non ci sarà il diritto di malmenare». Ha poi aggiunto che il governo ha stanziato oltre 13.500 unità per potenziare la sicurezza sul territorio, a cui si aggiungeranno 3.000 nuovi vigili del fuoco. Durante l’interrogazione del leghista Molinari, il deputato di +Europa Riccardo Magi è stato espulso dall’Aula per essersi presentato vestito da fantasma, con la parola “referendum” scritta sul lenzuolo. Magi stava protestando contro il boicottaggio e la scarsa attenzione che il referendum dell’8 e 9 giugno sta ricevendo dalla Rai.
Il caro bollette
Interviene poi la capogruppo di Italia Viva alla Camera, Maria Elena Boschi: «191 mila italiani hanno lasciato il Paese. Tutto aumenta, dall’inflazione agli altri costi, tranne i salari. Fuori dal magico mondo di Meloniland, le cose vanno peggio e l’Italia non è più tra i protagonisti in Europa». «L’Italia sta meglio di quanto non fosse in precedenza», risponde Meloni, e porta alcuni dati. «I salari contrattuali sono aumentati, e nel 2024 il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto del 2,7%. Anche la crescita occupazionale è in positivo». Poi sullo spread «è sotto i 100 punti base significa che i titoli di stato italiani vengono considerati più sicuti di quelli tedeschi». La deputata di Iv ribatte: «Non si possono ingannare tutti sempre, sa? Lei sta continuando a mentire agli italiani. Anche Rubio chiama tutti, tranne noi». Riguardo ai dati che la premier ha mostrato «con tanto orgoglio», la deputata oserva: «Si dimentica, però, della situazione che si respira nei mercati rionali». E ha concluso: «L’unica cosa che non è cambiata è la sua arroganza»
Le «cifre record per la sanità»
«Questo governo ha stanziato cifre record per la sanità», ha affermato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rispondendo all’interrogazione di Francesco Saverio Romano di Noi Moderati. «È fondamentale migliorarne la gestione, ed è per questo che abbiamo creato strumenti concreti». Come il sito per monitorare le liste d’attesa: «Può sembrare banale, ma nessuno l’aveva mai fatto prima. Prima di noi, nessuno sapeva dire in che stato fossero». «Si è detto che il governo stia cercando di scaricare le responsabilità, ma è l’esatto contrario», conclude Meloni. «I numeri non sono arroganti – risponde Maurizio Lupi, riprendendo la frase di deputata di Italia Viva. «Ma dietro a questi numeri ci deve esser un’azione concreta. È responsabilità di tutti».
Conte e il piano di riarmo
Il leder del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, pone una domanda sul piano di riarmo europeo e va subito all’attacco: «Perché si è stata fatta fregare così due volte in Europa?». La risposta di Meloni, però, non si fa attendere: «Sono molto affascinata da questa sua passione antimilitarista, ma nessuno ha apprezzato questa posizione quando lei era presidente del Consiglio. Non ricordo una linea così durante il suo mandato, quando, ha firmato un aumento delle spese militari in pieno Covid». «Ma forse non stiamo parlando della stessa persona. Forse era uno dei tanti ‘Giuseppi’ che abbiamo conosciuto» aggiunge. Per la premier «la differenza tra lei, Conte, e me è che Io sono una premier che diceva già prima che le spese in difesa andavano aumentate. Non cambio idea se sono al governo o in opposizione». «Non accetto consigli da voi, grazie, ma no grazie. E andiamo avanti, non solo con i nostri impegni, ma anche con i vostri, visto che voi avete firmato per arrivare al 2% del Pil in spese militari». Giuseppe Conte ribatte: «Lei butta sempre tutto in caciara. Noi abbiamo portato 209 miliardi. Ci provi lei!». E poi, tornando sul tema del Superbonus – tema su cui i pentastellati vengono spesso attaccati – insiste: «Avete fatto a gara per estenderlo e metà dei vostri ministri ne hanno approfittato». Concludendo il suo intervento, ha chiesto un minuto di silenzio per le vittime a Gaza, invitando tutti ad alzarsi. Ma Meloni non si è alzata. «Si vergogni!» grida Conte dagli scranni. Il presidete della Camera dei deputati Lorenzo Fontana ha chiesto a Conte di chiudere il suo intervento.
Schlein e la sanità
A prendere la parola per ultima è stata la segretaria del Pd Elly Schlein, con una domanda su sanità e liste d’attesa: «Due giorni fa, a Taurianova, alcune fioraie mi hanno detto che ormai si deve scegliere tra mangiare e curarsi. La sanità è al collasso, il personale è stremato, 40 mila medici sono già fuggiti all’estero e la situazione sanitaria è in grave difficoltà». I toni si scaldano quando interviene Meloni: «Schlein, è sempre un po’ difficile parlare con chi, per fare propaganda, è costretto a mentire». «In Italia, come si deve operare sulla sanità è deciso dal Piano sanitario nazionale. Sa, onorevole Schlein, quando è l’ultima volta che è stato scritto? Era il 2011, c’era un governo di centrodestra. Siete stati al governo 10 anni, non avete mai scritto e messo in campo un Piano sanitario nazionale e oggi che siete all’opposizione ci venire a spiegare quanto sia importante la sanità… Signori miei, temo che la gente capisca il gioco che si sta portando avanti. Noi vogliamo scrivere un nuovo piano nazionale, e speriamo che ci diate una mano, invece di fare le vostre ‘makumbe’». Schlein però non ci sta: «I suoi tagli li pagano i cittadini, letteralmente. Sono dati della Corte dei Conti: la spesa di tasca loro è aumentata in un anno, mentre voi eravate al governo, del 10%, sono 4 miliardi di euro»