Starmer incontra il premier albanese Rama e annuncia: «Trasferiremo i migranti irregolari in paesi terzi». La soddisfazione di FdI


Il primo ministro laburista britannico, Keir Starmer, ha formalizzato oggi la decisione del suo governo di aprire negoziati con Paesi stranieri per il trasferimento di migranti «irregolari», avviati al rimpatrio dal Regno Unito. L’annuncio è stato fatto a margine di un incontro con il premier albanese, Edi Rama, dopo che Starmer, impegnato nel rilancio di una stretta sull’immigrazione in risposta all’ascesa nei sondaggi di Reform UK, partito trumpiano guidato dall’ex tribuno della Brexit, Nigel Farage, aveva già evocato aperture al modello previsto dall’accordo fra Italia e Albania.
La discussione sui centri di rimpatrio
In visita a Tirana e in altre città alla vigilia di un vertice dei leader Ue e non Ue della Comunità Politica Europea, Starmer ha confermato: «Stiamo discutendo di centri di rimpatrio per migranti. Vogliamo assicurarci che siano effettivamente rimpatriati». Il premier laburista non ha però specificato con quali Paesi stranieri negoziare fra quelli individuati come candidati a ospitare questi centri. Anche se l’Albania di Rama sembra essere un partner affidabile su questo dossier, come da tempo evocato dallo stesso Starmer.
May 15, 2025
Grande interesse anche per il modello dei Cpr, i centri di trattenimento dei cittadini stranieri in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione, realizzato per conto dell’Italia nel Paese balcanico sulla base di accordi raggiunti con il governo di Giorgia Meloni. Modello difeso da Starmer, anche a margine di colloqui avuti faccia a faccia con Meloni nei mesi scorsi e della sintonia manifestata con lei sul tema del contenimento dell’immigrazione, come qualcosa di diverso rispetto al cosiddetto piano Ruanda: iniziativa concepita a scopo dissuasivo dai precedenti governi conservatori britannici per trasferire nel Paese africano quote di richiedenti asilo sbarcati clandestinamente sull’isola e in attesa di risposta, ma mai divenuto operativo a causa di contestazioni e ricorsi giudiziari; e infine seppellito dall’esecutivo laburista attuale in quanto «costoso e inefficace».
La stretta di Starmer sui flussi migratori
Questa settimana, intanto, Starmer ha illustrato un piano ad hoc per il rilancio del suo promesso giro di vite post Brexit ai confini britannici. Evocando l’obiettivo di un taglio netto dei flussi migratori non solo illegali, ma pure legali con l’impegno a evitare che la Gran Bretagna diventi «un’isola di stranieri». Una retorica ritenuta non ancora sufficiente dalle destre, con Farage che l’ha elogiata, chiedendo tuttavia a Starmer di andare oltre e proclamare «un’emergenza nazionale», come fatto dal presidente Trump negli Usa. E denunciata al contrario da ong, attivisti dei diritti umani e da dissidenti interni al Labour come incendiaria.
Il commento di Fratelli d’Italia
Non si è fatto attendere il commento di Fratelli d’Italia, che ha subito rivendicato la linea del governo italiano in tema di immigrazione come un modello. «Dispiacerà alla sinistra, che ha sempre criticato queste soluzioni, ma oggi è sempre più evidente che la linea del governo Meloni sull’immigrazione sta diventando un modello, anche a livello internazionale», ha dichiarato in una nota il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti. «La decisione del premier britannico Starmer di avviare accordi con Paesi stranieri per il trasferimento dei migranti irregolari, dichiaratamente ispirata all’intesa tra Italia e Albania, dimostra che l’operazione del governo italiano, ormai entrata nel vivo con i primi rimpatri, continua a fare scuola all’estero, dentro e fuori l’Unione Europea. Un cambio di passo netto rispetto alle fallimentari politiche del passato, che rafforza e consolida il ruolo dell’Italia come punto di riferimento e guida nella gestione dei flussi migratori».