Garlasco, un martello a coda di rondine e Stasi «incastrato»: perché l’incidente probatorio su Chiara Poggi punta su un altro uomo


Per Garlasco si riparte da un martello a coda di rondine e dall’incidente probatorio. L’appuntamento è oggi 16 maggio a partire dalle ore 11 al piano terra del tribunale di Pavia. Con un obiettivo ben preciso. Quello di fissare i risultati dell’esame del Dna trovato sulle due unghie delle due mani di Chiara Poggi. La consulenza dei Pm lo ha attribuito ad Andrea Sempio. Ma si cerca un secondo uomo. Intanto va contestualizzato l’sms di Paola Cappa su Alberto Stasi «incastrato». Strettamente collegato al video dell’abbraccio tra il fidanzato della vittima e la sorella Stefania. Perché dopo il contatto la cugina di Chiara fa ad Alberto alcune domande sulla posizione del corpo di Chiara. E che sarebbero state suggerite dai carabinieri.
Un martello a coda di rondine
Che quello sparito da casa Poggi fosse un martello «con i becchi a coda di rondine» lo hanno detto i genitori di Chiara. Si tratta di quegli utensili che hanno una biforcazione nella punta metallica. Che di solito serve a estrarre i chiodi. Nel canale di Tromello alle spalle di casa Cappa sono stati trovati anche altri ferri vecchi. Che sarebbero compatibili con l’arma del delitto. Ma che la testa di martello possa essere l’arma del delitto è un’ipotesi suggestiva e ancora da verificare. Anche perché non ci sono certezze rispetto a marca e modello. Poi, le presenze nella villetta il 13 agosto 2007. La Repubblica spiega oggi che gli inquirenti proveranno a ricostruirle dagli altri reperti sopravvissuti. Tra questi le fascette para-adesive dei carabinieri usate per rilevare le impronte. Il tappetino del bagno macchiato di sangue. E gli avanzi della colazione.
L’incidente probatorio
Ovvero Estathè, yogurt Fruttolo, biscotti e cereali. Mentre la testa di martello sarà confrontata con le ferite sul corpo di Chiara. L’incidente probatorio servirà quindi a blindare l’utilizzabilità del Dna. Prima ancora degli indizi che direbbero che Sempio era sulla scena del crimine. E il movente. Tutte carte che le difese ritengono siano ancora in mano alla procura. E che i sequestri di diari e scritti del nuovo indagato facciano parte di una stessa strategia. Nella quale si collega la testimonianza di un’amica delle gemelle K su una festa in piscina. La tesi di Sempio per ora rimane la stessa. Ovvero che il suo Dna è finito sulle unghie di Poggi perché lui usava la tastiera del pc di casa per giocare con i videogame.
Stasi incastrato
Poi c’è la storia degli sms su Stasi incastrato. Il settimanale Giallo ha parlato di 180 messaggi vocali raccolti da un blogger un tempo amico di Fabrizio Corona. Il Corriere della Sera spiega che quei messaggi erano finiti alle Iene, che però non li hanno mandati in onda. Paola Cappa avrebbe detto: «Mi sa che abbiamo incastrato Stasi». Il riferimento è alle domande fatte dalla gemella Stefania proprio all’allora fidanzato. Che sarebbero state suggerite dai carabinieri. E che riguardavano la posizione del corpo di Chiara e i suoi movimenti dopo la scoperta del delitto. La registrazione quindi serviva a dimostrare eventuali contraddizioni tra quanto messo a verbale e quanto detto a Cappa.
Stefania e Paola Cappa
Sulle gemelle K invece incombe il supertestimone. Che però dovrà spiegare prima di tutto perché è stato in silenzio per anni. La sua credibilità non è aiutata dal fatto che le due persone con cui ha detto di aver parlato dei fatti sono decedute. E che lui lo abbia fatto dopo la loro morte. Ha detto che gli sarebbe stato consigliato di dimenticare. Ma il suo confidente non sarebbe un inquirente. All’epoca poi le indagini non erano ancora indirizzate nei confronti di Stasi. Marco Demontis Muschitta, il primo a parlare di un “avvistamento” di Stefania Cappa in via Pascoli (addirittura in bici e con un attizzatoio in mano) ha ritrattato tutto ed è stato denunciato per calunnia.
Paola, ricorda Repubblica, ha anche testimoniato su quello che si sono detti nel dialogo con Stasi dopo l’abbraccio. «Io gli ho chiesto se sapeva se Chiara avesse degli spasimanti che avesse respinto e lui mi ha risposto: “Assolutamente no”». E ancora: «Gli ho anche chiesto di raccontarmi cosa fosse successo la mattina del 13 agosto. Comunque mi sembrava strano che avendo avuto l’impeto di entrare in casa non si fosse poi avvicinato a Chiara. Lui non mi ha risposto dicendo che era sotto shock, poi si è messo a piangere e ha aggiunto che aveva paura che nessuno studio di commercialista l’avrebbe più preso a lavorare».
Il profilo Instagram e le confidenze
L’uomo che ha raccolto le confidenze della food blogger e pole dancer Paola Cappa si chiama Francesco Chiesa Soprani. Oltre che di Corona, è stato collaboratore di Lele Mora. Cappa, che attualmente vive a Ibiza e su Instagram ha un profilo con il nome “Polina Krasaviza”. Cappa dice anche di essere nervosa e frustrata e parla degli zii e di un rapporto difficile con la sorella. Ma gli inquirenti cercano anche un collegamento con party in piscina e feste a tema. Quella che è stata puntata si sarebbe svolta a luglio. L’idea è che nell’occasione sia successo qualcosa che avrebbe mostrato la differenza tra Poggi, più timida e riservata, e le cugine. E da qui sia nato un contrasto. Ma che questo porti al movente dell’omicidio è tutto da verificare.