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Garlasco e il Dna degli amici di Stasi, Sempio e delle gemelle Cappa: «Un “no” dietro l’omicidio di Chiara Poggi»

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Una mazzetta da muratore e non un martello a coda di rondine trovata nel canale di Tromello. Ma la decisione di sottoporre a esame altri personaggi viene dalla ricerca di un movente. Che potrebbe essere collegato a quanto accaduto a luglio

Una mazzetta da muratore e non un martello a coda di rondine. Ma anche un attizzatoio da camino e la testa di un’ascia. Dal canale di Tromello vicino alla casa della famiglia delle gemelle Cappa emergono reperti che potrebbero essere stati utilizzati per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Ma non quelli che ci si aspettava. Ma dietro la decisione del Gip Daniela Garlaschelli di prelevare il Dna agli amici di Alberto Stasi e di Stefania e Paola Cappa c’è un’ipotesi di movente. Che coinvolge anche quelli di Andrea Sempio: Roberto Freddi e Mattia Capra. Oltre ad Alessandro Biasibetti, oggi prete e all’epoca fidanzato con Angela Taccia, oggi avvocata dell’indagato. E poi c’è Marco Panzarasa. L’amico che condivise con Stasi una vacanza a Londra e che diede ripetizioni a Stefania.

Il Dna

Il tribunale di Pavia ha dato l’ok al prelievo anche nei confronti di tre investigatori e di un medico legale. Perché quel 13 agosto 2007 entrarono nella villetta di via Pascoli senza guanti. Il 24 ottobre, se non arriveranno rinvii, si discuterà dell’esame più importante. Quello delle unghie di Chiara Poggi e del Dna di Sempio. I pm Stefano Civardi, Valentina De Stefano e Giuliana Rizza hanno in mano la consulenza di Carlo Previderè e Pierangela Grignani. Nel frattempo i tecnici elaboreranno quanto ritrovato nel canale di Tromello. Un attizzatoio in casa Poggi «non manca e non è mai mancato», disse Rita Preda, mamma di Chiara. Del martello a coda di rondine Giuseppe Poggi denunciò la scomparsa il 14 luglio 2008. Specificando che si trovava nel seminterrato.

Il martello e la mazzetta

Nel canale invece è stata trovata la testa di una mazzetta da muratore. Chissà se compatibile con le ferite della vittima. Ma di certo non scomparsa da casa Poggi. Ci sono anche un manico e la testa di un’ascia. Che però dovrebbe lasciare segni ben riconoscibili su un corpo. Ma, fa sapere oggi Repubblica, proprio una mazzetta sparì alla fine di luglio 2007 dalla sede della Croce Garlaschese, un’associazione di volontariato frequentata da Stefania Cappa. Che ha testimoniato di aver sentito l’ultima volta Chiara Poggi domenica 12 agosto proprio per invitarla nella sede. Ma lei non venne perché doveva studiare.

Il possibile movente

E qui si arriva al possibile nuovo movente dell’omicidio di Chiara Poggi. Che, secondo il quotidiano, potrebbe essere cercato proprio tra le comitive di amici di Garlasco. O a Londra, dove Stasi e il suo migliore amico Marco Panzarasa erano in vacanza studio e dove Chiara li raggiunse per un week-end. All’epoca le comitive però erano due. Da una parte Marco Poggi, Sempio, Panzarasa, Biasibetti, Capra e Freddi, che giocavano con i videogame. Dall’altra i festaioli delle gemelle Cappa. Con cui Chiara non era molto in sintonia. «Questa è la fase investigativa che richiede di collocare ogni tassello al suo posto, e vedere se da quel posto — nel giorno dell’omicidio di Chiara e nei giorni che l’hanno preceduto — si era spostato, e per quale motivo», dice un investigatore.

Il rifiuto di una situazione sgradita

Le Gemelle Cappa erano frequentatrici della discoteca e delle feste di zona. Poi c’è il collegamento tra Stasi, Panzarasa e Chiara. I due amici si sentivano 10-15 volte al giorno. Dopo l’omicidio i rapporti si sono interrotti. Panzarasa oggi è avvocato, membro del direttivo della camera penale di Pavia. È figlio dell’ex sindaco di Garlasco. Viveva a 300 metri dalla villetta di via Pascoli. E quel giorno si trovava a Loano. Mai stato indagato, come le gemelle Cappa. Adesso però gli inquirenti cercano qualcosa di preciso. Ovvero che Chiara Poggi potrebbe aver pagato un rifiuto a partecipare a una situazione a lei sgradita. Qualcuno, è il ragionamento, potrebbe averle chiuso la bocca per evitare che raccontasse qualcosa che aveva visto. E che non le era piaciuto.

Marco Panzarasa

C’è da sottolineare che il secondo individuo il cui Dna è stato trovato sotto le unghie di Chiara Poggi è certamente un maschio. E questo aiuta, ma non basta. E poi c’è Panzarasa. A chiedere il test nei suoi confronti è stato l’avvocato dei Poggi. Gian Luigi Tizzoni. Panzarasa, quando era a Londra con Stasi, aveva usato il pc di Stasi. I periti incaricati sono la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchegiani, entrambi della polizia scientifica. Chiara Poggi usò il pc portatile del fidanzato per dieci minuti la sera prima di morire. Quella mattina invece forse fece colazione con qualcuno. Almeno questo si ipotizza guardando i resti della spazzatura. Ma tanti anni dopo tutto diventa molto più difficile.

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