L’estrema destra europea a Gallarate, al Remigration Summit parlano Vannacci e la vice di Salvini. Piantedosi: «Niente paura delle idee forti» – Il video
«Non vediamo l’ora di vedervi: venite!» È iniziato alle 9 di questa mattina, prima del previsto, il Remigration Summit, il controverso raduno dell’estrema destra sul tema dell’immigrazione. L’evento avrebbe dovuto iniziare alle 14.30 di oggi, sabato 17 maggio, ma all’ultimo minuto si è deciso di anticipare il tutto di qualche ora. «Siamo in una location sorprendente: il teatro Vittorio Gassmann a Gallarate», ha detto Martin Sellner, leader del movimento identitario austriaco, in un video postato questa mattina sulla pagina Instagram del Remigration Summit.
Cos’è la «remigrazione»
Da qualche mese a questa parte, la «remigrazione» è diventata una delle parole d’ordine dei principali partiti europei di ultradestra. A renderla popolare è stata soprattutto Alternative für Deutschland, che i sondaggisti tedeschi danno in testa alle preferenze degli elettori anche grazie all’insistente comunicazione sui temi dell’immigrazione. Ma cosa si intende esattamente per «remigrazione»? La Treccani la definisce come un «eufemismo per il ritorno forzato di persone immigrate nel loro Paese d’origine». E in effetti, a giudicare da come viene utilizzata dai leader dell’ultradestra europea, in genere il termine viene usato per riferirsi al rimpatrio forzato non solo degli immigrati irregolari, ma anche di cittadini stranieri regolarmente residenti in Europa e dei loro discendenti.
Le polemiche e le contro-manifestazioni
Inizialmente, il Remigration Summit avrebbe dovuto tenersi a Milano, ma le proteste dei cittadini – unite all’altolà della giunta comunale di Beppe Sala – ha costretto gli organizzatori a cercare una nuova sede. La scelta è ricaduta su Gallarate, un comune in provincia di Varese amministrato dalla Lega. «È stato deciso di fare questa manifestazione a Gallarate. Le misure per garantire l’ordine pubblico prese da questura e prefettura sono imponenti e adeguate. Mi auguro che vada tutto bene perché è giusto che tutti possano manifestare le proprie idee», ha dichiarato oggi il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, eletto con il Carroccio. Questo pomeriggio, a Milano, si terrà una manifestazione contro il Remigration Summit a cui hanno aderito tutte le principali sigle sindacali e di centrosinistra. Ma anche a Gallarate un gruppo di cittadini si è riunito fuori dal teatro in segno di protesta, con diversi striscioni, tra cui uno in cui si legge «il fascismo non è un’opinione».

Presenti alcuni esponenti della Lega. Vannacci: «Avete il mio pieno sostegno»
A svelare cosa accadrà oggi durante il Remigration Summit di Gallarate è Andrea Ballarati, organizzatore del raduno. «Ci auguriamo che sia una manifestazione pacifica. Non abbiamo contezza di quello che succede fuori, dentro è tutto pronto», assicura. «Parleranno i relatori previsti e ci sarà qualche sorpresa. Sono attesi anche politici italiani», rivela Ballarati. L’ex generale Roberto Vannacci, attualmente eurodeputato della Lega, ha inviato un contributo video scusandosi di non poter essere presente: «Vi do il mio sostegno. La remigrazione non è uno slogan ma una proposta concreta. Vuol dire mette al centro gli italiani, gli europei. È una battaglia di libertà e civiltà, di sicurezza, che è il vero spartiacque fra destra e sinistra». Ma Vannacci non è l’unico esponente del Carroccio presente questa mattina a Gallarate. Tra gli altri ci sono anche Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega in consiglio regionale in Lombardia, e l’eurodeputata Silvia Sardone, vicesegretaria del partito, che è intervenuta in collegamento video: «Dobbiamo decidere che futuro vogliamo per l’Italia e per l’Europa. Io non voglio un futuro in cui le croci devono essere nascoste, con il canto del Muezzin nelle strade, non voglio un futuro di veli e non voglio un’Europa che rinnega le proprie radici».
Il sostegno al governo Meloni
A proposito della sintonia con il governo Meloni, Gonzalo Gonçalves, uno dei relatori del summit, precisa: «Sull’immigrazione il governo non fa abbastanza e non adotta quei provvedimenti votato dai cittadini. Non appoggiamo apertamente Giorgia Meloni ma condividiamo alcune istanze portate avanti da questo governo». Mentre sui centri in Albania, l’organizzatore italiano del summit, Ballarati, aggiunge: «Remigrazione significa interrompere flussi migratori verso un Paese che non può più sopportarli sotto tutti gli aspetti, a cominciare da quello economico. Ben vengano i centri come quello voluto dal governo in Albania, noi chiediamo che il governo potenzi queste procedure che non devono essere interrotte da giudici chiaramente ideologizzati».
Piantedosi: «Niente paura delle idee forti»
Ad appoggiare, seppur indirettamente, il summit di Gallarate c’è anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «In democrazia non bisogna avere paura di nulla, anche di idee che possano apparire molto forti, molto controverse, molto discutibili anche, non condivise in qualche modo», ha detto il titolare del Viminal, nel corso del suo intervento all’evento di Noi moderati a Napoli. A proposito di immigrazione, Piantedosi rivendica i centri di rimpatrio in Albania e aggiunge: «Tutta la struttura del ministero dell’Interno è proficuamente impegnata a fare in modo che funzioni da subito in maniera efficace ed efficiente. Il Centro è stata un’anticipazione di quello che l’Europa imporrà a tutti i Paesi partire da giugno 2026».
Foto copertina: ANSA/Agenzia Blitz/Domenico Ghiotto | Andrea Ballarati, organizzatore del Remigration Summit, il contestato raduno dell’ultradestra sul tema dell’immigrazione, Gallararate (Varese), 17 maggio 2025