Le gemelle Cappa e i messaggi all’amico in cui si smentiscono. La verità sull’sms «incastrare Stasi» e il rapporto con la cugina Chiara Poggi


Ci sono altri messaggi inviati da Paola Cappa a un amico considerati «molto interessanti». Ben più di quello che la cugina di Chiara Poggi aveva inviato sempre a Francesco Chiesa Soprani, di sicuro con una carica suggestiva maggiore: «Mi sa che abbiamo incastrato Stasi». A Repubblica, l’ex manager dello spettacolo spiega il possibile equivoco dietro a quel messaggio citato dal settimanale Giallo e finito nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. «Non è come è stato raccontato – dice a Paolo Berizzi – Chi lo ha riportato deve avere letto il titolino indicativo che avevo dato io, nella fotografia-memo, a una vocale: “Incastrare Stasi”. Ed è venuta fuori sta cosa».
Il rapporto con Paola Cappa e il ponte con Fabrizio Corona
Quei promemoria erano stati inviati all’autore di un programma di Mediaset. Ma quel materiale per una trasmissione non sarebbe stato più utilizzato, secondo Chiesa Soprani. È lui la persona che nel 2007 aveva portato Fabrizio Corona a Garlasco per ingaggiare le «gemelle K», Paola e Stefania. Da allora, con alti e bassi, Chiesa Soprani e Paola Cappa sarebbero rimasti amici.
La raffica di messaggi vocali di Paola Cappa
Quando si è diffusa la notizia del prelievo del Dna di Andrea Sempio, al momento unico indagato nella nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi del 13 agosto 2007, Chiesa Soprani dice di aver scritto all’amica Paola Cappa: «Che cosa sta succedendo?». Lei, oggi 41enne, gli ha risposto con una raffica di messaggi vocali, che l’ex manager salva e organizza con tanto di etichette. Dopo che con il programma di Mediaset non sembra essere andata in porto la sua proposta, Chiesa Soprani dice che è a disposizione della procura di Pavia, nel caso in cui volesse acquisire i messaggi che ha ricevuto da Paola Cappa.
Le due gemelle diverse
Qualcosa di «molto interessante» secondo lui ci sarebbe. Per esempio il fatto che Paola Cappa «smentisce alcuni racconti della gemella Stefania». Già dai verbali degli interrogatori dell’epoca, ricorda il Corriere della Sera, le due sorelle figlie dell’avvocato Ermanno Cappa avevano dato due versioni molto diverse del loro rapporto con la cugina Chiara Poggi. Entrambe dovranno fornire il loro Dna nel nuovo filone d’inchiesta, assieme a Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, che per un breve periodo aveva aiutato Stefania Cappa negli studi. Lei lo aveva chiamato anche nel giorno dell’omicidio della cugina, sempre per «un aiuto» negli studi.
La versione di Stefania Cappa
All’epoca 23enne studentessa di giurisprudenza, Stefania Cappa era stata sentita dagli inquirenti poche ore dopo il delitto della cugina. A loro parlava come se avesse perso un’amica strettissima prima ancora che una parente: «Eravamo solite confidarci ogni minima cosa». Pochi giorni dopo, aveva chiarito che da maggio 2007 le frequentazioni erano più fitte: «Il rapporto che avevo con mia cugina era caratterizzato fino al maggio 2007 da incontri occasionali in coincidenza quasi sempre con le festività tradizionali… Abbiamo iniziato a sentirci telefonicamente con maggiore frequenza. La chiamavo quasi ogni settimana».
La versione di Paola Cappa
La sorella di Stefania invece parlava di un rapporto più freddo con la cugina. Pur ammettendo di essere cresciute insieme, dopo la morte del nonno le due famiglie non si sarebbero frequentate più come una volta. E comunque già da bambine, Paola Cappa ricorda quanto Chiara fosse introversa: «Ricordo che la si doveva coinvolgere anche nei giochi, perché era sempre taciturna e schiva». Con il tempo, poi: «Sia io che mia sorella Stefania abbiamo frequentato sempre di meno la Chiara – diceva ai carabinieri di Vigevano il 13 agosto 2007 – anche perché crescendo iniziavamo ad avere esigenze diverse».