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Anna Chiti morta sul catamarano, indagato lo skipper per omicidio. I dubbi sulla caduta con la cima in mano e l’elica ancora accesa

20 Maggio 2025 - 21:02 Ugo Milano
anna chiti venezia morta indagato skipper catamarano
anna chiti venezia morta indagato skipper catamarano
Caduta in acqua e trascinata dall’elica ancora in funzione. Così la 17enne veneta è morta al suo primo giorno di lavoro, senza alcun contratto. Andrea Ravagnin è stato iscritto nel registro degli indagati e dovrà rispondere anche della violazione delle norme sulla sicurezza. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso

Una manovra di ormeggio che Anna Chiti, la 17enne morta al suo primo giorno di lavoro su un catamarano a Venezia, non avrebbe dovuto fare. È di omicidio colposo l’accusa che la procura di Venezia ha mosso nei confronti del 35enne Andrea Ravagnin, skipper del charter iscritto ora nel registro degli indagati e che, lo scorso sabato 18 maggio, aveva tentato di rianimare la ragazza. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, infatti, la giovane studentessa dell’Istituto nautico di Venezia era in prova e senza contratto di lavoro regolare.

La caduta in acqua e la morte di Anna Chiti: «Perché aveva la cima in mano?»

Anna Chiti afferra una cima poi cade dalla barca in acqua, sbalzata dalle onde causate dal forte vento. Riemerge dalla laguna e cerca di arrampicarsi sul fianco del catamarano, aiutata da una turista che a sua volta precipita in acqua. La 17enne probabilmente rimane impigliata nella corda, che si stava avvolgendo nell’elica ancora in movimento e riporta la giovane sott’acqua. È quanto si vede nel video delle telecamere della Marina Santelena, ora al vaglio degli inquirenti. Perché l’elica fosse ancora accesa è uno dei punti che gli investigatori stanno tentando di capire. Così come bisognerà far luce sul ruolo della 17enne a bordo del catamarano, se lavorasse come marinaia o – stando al padre della vittima – come «traduttrice». Poco chiara è anche la dinamica della morte: non è infatti noto se Anna Chiti abbia raccolto la cima di sua spontanea volontà, tentando di aiutare il comandante nelle fasi di attracco, o se sia stato lo stesso skipper a richiederglielo, pur consapevole che si tratta di un lavoro da marinai esperti.

L’autopsia sul corpo e la violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro

Oltre all’omicidio colposo, Andrea Ravagnin dovrà anche rispondere della violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro. La ragazza, infatti, non stava operando con le tutele di un contratto regolare. Intanto, la procura di Venezia ha disposto l’autopsia sul corpo della ragazza per accertare cause e dinamica esatta del decesso di Anna Chiti.

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