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Difesa, Portolano: «La priorità numero uno dell’Italia è l’Iron dome contro i missili». Le preoccupazioni sul riarmo della Russia

21 Maggio 2025 - 14:59 Sofia Spagnoli
luciano portolano audizione camera
luciano portolano audizione camera
Il capo di Stato Maggiore della Difesa è intervenuto oggi durante un'audizione in commissione Difesa alla Camera dei deputati

La priorità «numero uno» per l’Italia è dotarsi del sistema Iron Dome. A dichiararlo è stato il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, intervenuto oggi durante un’audizione in commissione Difesa alla Camera dei deputati, poco prima che in Aula iniziasse il dibattito sulle mozioni riguardanti il riconoscimento dello Stato di Palestina, la solidarietà a Gaza e il ruolo dell’Italia nel sostegno a Israele. Proprio lo Stato ebraico è dotato dell’Iron Dome, il sofisticato scudo antimissilistico operativo dal 2011. Lo stesso sistema che è stato evocato ieri da Donald Trump, che ha annunciato l’intenzione di rilanciare lo storico progetto di difesa strategica voluto da Ronald Reagan, destinato a proteggere gli Stati Uniti da minacce nucleari e missilistiche. La “cupola di ferro” sembra essere una priorità condivisa. «Oggi – prosegue Portolano – esistono dei sistemi di difesa aerea ma non abbiamo un sistema di copertura totale, sia sulla parte nazionale, ma soprattutto quando andiamo a guardare in maniera più estesa l’area di responsabilità della Nato, con riferimento ai Paesi del fianco sud dell’alleanza».

Lo stato di salute dell’Esercito

Il generale si è poi soffermato sulle condizioni attuali dell’Esercito italiano: «Lo stato di salute dell’Esercito è quello di chi, negli ultimi trent’anni, è stato costantemente coinvolto in attività legate al mantenimento della pace e alle missioni di peacekeeping». Tuttavia, ha sottolineato come oggi lo scenario internazionale imponga un cambio di passo: «L’Italia deve poter disporre di una capacità militare credibile, sia in termini di difesa che di deterrenza, come ci insegna il conflitto in Ucraina». Un’esigenza che – secondo Portolano – richiede un’evoluzione dello strumento militare: «È in corso un processo di adattamento dell’Esercito per acquisire capacità che possediamo solo parzialmente o che non abbiamo mai avuto. Anche perché, fino a ieri, prima dell’avvento del presidente Trump, queste capacità erano sostanzialmente garantite dal nostro alleato strategico: gli Stati Uniti».

Guerra in Ucraina

Sulla guerra in Ucraina il capo di Stato Maggiore non usa mezzi termini «Lo dico in maniera molto semplice: è un dovere da parte dell’Italia, così come della comunità internazionale sostenere l’Ucraina». Per Portolano si tratta di una «nobile missione». E l’Ucraina va sostenuta anche attraverso «la donazione di munizionamento di diversa tipologia», chiarisce. Munizionamento che «ha comportato un abbassamento nell’ambito del livello all’interno di quelli che sono gli stockpiles (scorte, ndr) nazionali».

La crescita rapida dell’esercito russo

Focus anche sull’esercito russo, che «malgrado le perdite subite sul campo di battaglia, sta ricostituendo le capacità militari perdute e sta crescendo sotto il profilo militare». Ciò che preoccupa maggiormente Portolano è la velocità con cui questo processo sta avvenendo: «L’esercito russo oggi è più grande di quanto non fosse all’inizio della guerra, e questo desta forti preoccupazioni».

Il comandante unico europeo

Il capo di Stato Maggiore ha poi indicato un altro punto chiave volto a rafforzare la difesa europea: la creazione di una struttura di comando autonoma e funzionale. «Se vogliamo essere efficaci nell’ambito della difesa europea, in modo complementare rispetto alla Nato, dobbiamo realizzare una struttura di comando e controllo che oggi non esiste», ha spiegato il generale. Per questo, propone di istituire «la figura di un comandante unico europeo che sia il referente a livello politico, sulla base di quella che dovrebbe essere la politica estera, la politica di difesa del continente europeo».

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