Teresa Ribera difende lo stop alle auto diesel e benzina: «La proposta italiana sui biocarburanti? Per ora nessun cambiamento»


«La competitività dell’industria europea dipende soprattutto dalla nostra capacità di utilizzare in modo intelligente le risorse. La crisi energetica ci ha imposto di accelerare sulla decarbonizzazione». Insomma, altro che passi indietro sul Green Deal: la chiave per rilanciare l’industria europea sono proprio le politiche verdi. A ribadirlo, durante la sua prima missione ufficiale in Italia, è Teresa Ribera, la commissaria europea a cui Ursula von der Leyen ha consegnato alcune delle deleghe politicamente più pesanti. Due su tutte: Green Deal e Competitività. Un ruolo delicatissimo, a cui la 57enne spagnola – espressione del gruppo dei Socialisti – sperava di poter contribuire portando avanti l’ambiziosa agenda verde inaugurata nel 2019. E invece, complici i venti politici che tirano verso destra, si ritrova a frenare i colleghi commissari che quello stesso Green Deal continuano a volerlo ritoccare, modificare, correggere.
La prima missione in Italia
Oggi Ribera è atterrata a Roma per la sua prima visita ufficiale in Italia e ha avuto un incontro con il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. «Ci conosciamo da tempo, abbiamo già lavorato insieme come ministri e ancora oggi continuiamo a farlo», assicurano i due, parlando di un incontro «cordiale». Il governo italiano è da tempo in prima linea tra chi chiede una revisione radicale del Green Deal, se non addirittura un suo smantellamento. Eppure, rispondendo a una domanda di Open, Ribera assicura che la diversità di vedute tra Roma e Bruxelles non è così grande come sembra: «Non c’è opposizione (da parte dell’Italia – ndr) al Green Deal. Il punto è come lavorare insieme e ridurre le barriere e le difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi climatici. In più, quando parliamo di competitività non possiamo ignorare il principale driver del mercato: la corsa per le tecnologie pulite».
Ribera frena sui biocarburanti
Insomma, a dispetto di quanto potrebbe sembrare leggendo le dichiarazioni di diversi ministri italiani (se non quelle della stessa premier Giorgia Meloni), la Commissione europea e il governo continuano a lavorare insieme anche sui dossier ambientali. Certo, qualche linea rossa Ribera ha comunque deciso di tracciarla. Per esempio, su quel famoso regolamento auto che impone lo stop alla produzione di nuovi veicoli a benzina e diesel dal 2035. Il provvedimento chiede di fatto ai costruttori di concentrare tutte le proprie risorse sulla produzione di automobili «a zero emissioni». Una definizione da cui sono rimasti fuori i biocarburanti – ossia combustibili ottenuti da piante, alghe, scarti di cibo o altri materiali organici – di cui l’Italia con Eni è tra i principali produttori al mondo.
Lo scorso anno, il governo italiano è tornato all’attacco in Europa per chiedere una riapertura del regolamento e l’inserimento dei biofuels, ma finora di concreto ha ottenuto ben poco. «Verranno inseriti anche i biocarburanti nel regolamento europeo?», chiedono a Ribera i giornalisti presenti alla conferenza stampa a Palazzo Chigi. «Stiamo facendo un dialogo con tutte le imprese del settore per aggiornare il piano d’azione sull’auto, ma per ora non c’è alcun cambiamento», dice Ribera con fermezza. Il governo italiano, però, non ha alcuna intenzione di mollare la battaglia. E lo stesso Pichetto insiste per aggiungere una sua considerazione sul tema: «La revisione del regolamento auto è prevista per il 2026, ci stiamo attrezzando per quel momento».
La retromarcia di Pichetto Fratin sul gas russo
Tra i temi su cui vengono interpellati Ribera e Pichetto Fratin c’è anche l’addio al gas russo, altro potenziale terreno di scontro tra Roma e Bruxelles. Anche in questo caso, però, i due smorzano ogni polemica. La vice di von der Leyen rivendica il piano della Commissione europea per affrancarsi definitivamente dai combustibili fossili di Vladimir Putin entro il 2027. Mentre Pichetto Fratin, che pure fino a poche settimane fa proponeva di tornare a comprare gas da Mosca non appena si dovesse raggiungere un accordo di pace tra Russia e Ucraina, sembra aver cambiato idea. «L’Italia appoggia pienamente la strategia europea per affrancarsi dal gas russo». Anzi, precisa il ministro, l’Italia già oggi, grazie anche ai nuovi rigassificatori, «non utilizza più gas proveniente da Mosca».
La vera emergenza: i prezzi dell’energia
Al centro dell’incontro tra Ribera e Pichetto Fratin c’è però soprattutto il tema dei prezzi dell’energia, che – ricorda il ministro – «pesa anche sulla competitività delle imprese». Per la commissaria europea è necessario andare avanti con la transizione green per «garantire la sicurezza energetica e prezzi più giusti». E a proposito di prezzi giusti, Ribera ricorda che la Commissione europea ha «creato una task force per fornire più trasparenza nel mercato dell’energia, soprattutto in quello del gas naturale» e che sta facendo il possibile perché «il mercato del gas naturale sia chiaro e trasparente». Tra le soluzioni che da tempo suggeriscono gli esperti per abbassare i prezzi dell’energia elettrica – tra di loro c’è anche Mario Draghi – c’è il disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas. Una misura che in Italia chiedono a gran voce anche i partiti di opposizione, ma su cui Pichetto precisa: «Non si può fare il disaccoppiamento in automatico come singolo Paese. Va fatto a livello europeo».