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Harvard fa causa all’Amministrazione Trump: «Incostituzionale il bando agli studenti stranieri». Una giudice blocca il provvedimento: «Danni irreparabili per l’ateneo»

23 Maggio 2025 - 19:06 Filippo di Chio
harvard trump giudice
harvard trump giudice
Meno di 24 ore dopo il provvedimento della Casa Bianca, l'ateneo storico reagisce: «Misura illegale e ingiustificata». Una giudice del Massachusetts blocca la validità del provvedimento. Nel mirino di Trump anche la Columbia

Una decisione «illegale e ingiustificata» contro ciò che gli americani hanno di più caro, quel Primo Emendamento che sancisce la libertà come principio fondamentale del Paese a stelle e strisce. Con questa spiegazione, l’Università di Harvard ha fatto causa all’amministrazione Trump contro il blocco delle iscrizioni di studenti stranieri e l’obbligo di trasferimento per quelli già regolarmente presenti tra i banchi dell’ateneo. Uno stop che, come ha stabilito la giudice federale Alice Burroughs accogliendo una mozione dell’ateneo, è stato momentaneamente messo in pausa. L’azione della Casa Bianca «mette a repentaglio il futuro di migliaia di studenti e studiosi, che sono venuti negli Stati Uniti per perseguire la loro istruzione e realizzare i loro sogni», si legge in una nota firmata dal rettore Alan Garber. «E serve da monito per innumerevoli altri atenei in tutto il Paese». Si infuoca così ulteriormente una battaglia lunga ormai diverse settimane tra la Casa Bianca e l’ateneo simbolo dell’élite Usa.

Il blocco degli studenti stranieri e il costo (salato) per le casse di Harvard

Per Harvard quella voluta dalla Casa Bianca è una vera e propria «campagna di ritorsione», che ha nel blocco dello Student and Exchage Visitor Program solo l’ultimo colpo alle finanze della storica università americana. L’ennesimo tentativo di far crollare finanziariamente l’ateneo, punendolo per non essersi «adeguato» alle linee guida fornite dall’amministrazione centrale e per non aver ceduto a Washington la gestione di «governance, curriculum e “ideologia” di studenti e docenti». Così, «con un semplice tratto di penna», circa il 27% del corpo studentesco – tra l’altro quella parte più propensa ad aderire ai programmi con tasse maggiori – è stato semplicemente cancellato: «Senza i suoi studenti internazionali, Harvard non è Harvard». Una questione di organico, di integrità dell’istituzione ma anche finanziaria. Anche perché, oltre alle centinaia di milioni di rette che potrebbero evaporare, la Casa Bianca ha già disposto il congelamento di 3 miliardi di dollari in finanziamenti e starebbe spingendo per l’approvazione di una legge per aumentare le tasse sulle dotazioni dell’università per un costo di circa 850 milioni annui. Ed è proprio per questo, per gli «irreparabili e immediati danni arrecati all’ateneo», che la giudice ha deciso di sospendere temporaneamente la decisione del Dipartimento di sicurezza nazionale.

Harvard-Trump, una escalation lunga settimane

Il conflitto tra Washington e Harvard risale a un mese fa. L’11 aprile la task force della Casa Bianca per combattere l’antisemitismo ha recapitato all’ateneo una lettera in cui imponeva il soddisfacimento di una serie di richieste, tra cui l’assunzione di un osservatore esterno che vegliasse sull’ideologia dei professori e l’espulsione degli studenti «ostili ai valori americani». Una imposizione a cui l’università aveva reagito con una prima causa contro l’amministrazione. Non soddisfatta, Washington aveva recapitato una seconda lettera il 16 aprile – si legge nella nota firmata dal rettore Garber – con ulteriori richieste, tra cui anche informazioni su ogni titolare di visto studentesco, cioè circa 7mila persone, entro 10 giorni. Harvard aveva risposto ma non per il governo, che ha reputato «insufficiente» le misure prese e ha reagito duramente bloccando il programma exchange.

L’apertura dell’Italia: «Siamo aperti, qui sempre spazi per la libertà»

Non solo Harvard. L’amministrazione Trump non sta risparmiando le bordate emmeno a un altro ateneo storico, la Columbia University. Secondo Washington, anche lei avrebbe violato la legge sui diritti civili, «agendo con deliberata indifferenza» riguardo alle presunte molestie subite da studenti ebrei. Non è ancora stata resa la punizione, anche se all’ateneo newyorchese sono già stati sospesi circa 400 milioni di dollari in sovvenzioni. Se dagli Stati Uniti chiudono, dall’Europa aprono consapevoli dell’opportunità di diventare un nuovo bacino di cervelli in fuga. «Qui le università sono sempre state e sempre saranno spazi di libertà, dove si alimenta il confronto e lo spirito critico e dove si costruisce ed alimenta la cultura democratica. Le università italiane sono aperte al mondo», lancia la sfida della ministra dell’Università Anna Maria Bernini parlando all’Huffington Post.

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