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«Ho sentito Chiara Poggi litigare con il suo assassino». Le parole inascoltate del contadino di Garlasco e il detective che pedinava Sempio

27 Maggio 2025 - 17:56 Ugo Milano
garlasco villetta chiara poggi sempio
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Negli atti di nove anni fa, quando l'amico del fratello di Chiara Poggi fu per la prima volta indagato, è riportata la testimonianza di un anziano. L'uomo sosteneva di «conoscere la verità» sull'omicidio e raccontò di aver sentito la conversazione mentre lavorava nei campi. A raccontare del teste inedito un investigatore privato finito nell'inchiesta su Equalize

Pochi minuti prima di essere brutalmente uccisa, Chiara Poggi avrebbe «litigato» o avuto una animata «conversazione con il suo assassino». È il racconto di un presunto agricoltore che, la mattina del 13 agosto 2007, avrebbe lavorato nei campi adiacenti alla villetta di via Pascoli, a Garlasco. E che avrebbe fatto parte del fascicolo di indagine fin dal 2016, anno in cui fu aperta per la prima volta un’indagine, poi finita con l’archiviazione, a carico di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.

Le indagini dell’investigatore privato: «Dovevo pedinare Sempio»

Nove anni fa, il racconto del contadino aveva catturato l’attenzione degli investigatori perché trattava «un evento sconosciuto agli inquirenti». In poche parole, nessuno dal 2007 al 2016 aveva mai fatto neanche riferimento a una presunta lite tra Chiara Poggi e il suo – o i suoi – killer. A individuare il testimone sarebbe stato un investigatore privato proprio nell’ambito di approfondimenti su Sempio, oggi unico indagato per omicidio volontario in concorso con ignoti nella clamorosa riapertura del giallo di Garlasco. L’investigatore, come avrebbe specificato in un rapporto da lui stesso redatto, avrebbe ricevuto il compito di pedinare Andrea Sempio dai legali di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata. Negli ultimi mesi, l’agenzia di cui faceva parte l’investigatore privato è stata coinvolta nelle indagini riguardo a Equalize, società di sicurezza accusata di dossieraggi.

Perché il contadino avrebbe potuto sentire tutto

Nei verbali delle indagini del 2016, l’investigatore spiega che il 12 gennaio di quell’anno un uomo anziano si era recato al negozio di autoricambi della famiglia Stasi e aveva sostenuto di «conoscere la verità» sull’omicidio. Seguendo il racconto del presunto contadino, lo 007 si sarebbe recato per un sopralluogo nei campi appena dietro la villetta di via Pascoli. Qui, si legge, la ricognizione dei luoghi «avrebbe suggerito che ci sia effettivamente stato un agricoltore che, all’epoca dei fatti, poteva coltivare i campi prospicienti». E che, intento a lavorare, avrebbe potuto sentire una ipotizzata discussione tra Chiara e il suo killer, fornendo anche «ogni altro dettaglio».

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