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Turista italiano sequestrato e torturato a New York, spunta un terzo uomo. Cosa si sa di lui e il ruolo di Beatrice Folchi

27 Maggio 2025 - 09:00 Cecilia Dardana
beatrice folchi e john woeltz
beatrice folchi e john woeltz
Sarebbe coinvolto anche un trader svizzero. Così come Beatrice Folchi potrebbe aver avuto un ruolo nella vicenda. Ma i punti poco chiari sono ancora molti

È spuntato un terzo uomo nella torbida vicenda del ragazzo italiano torturato per 17 giorni in un lussuoso appartamento di Manhattan. Si tratta di uno svizzero, ancora senza nome, cofondatore di una società di trading. Sarebbe stato presente anche lui, a quanto pare, nell’attico. E ora sembrerebbe pronto a presentarsi con i suoi legali alla polizia americana. Ma in questa vicenda, dai contorni ancora poco chiari, ci sono diverse cose che non tornano. A partire dal ruolo di Beatrice Folchi, la 24enne originaria di Latina, da molti anni trasferita a New York con la famiglia.

Cosa non torna

Gli interrogativi che sorgono spontanei sono molteplici. Innanzitutto, perché nel piccolo centro alle porte di Torino, nessuno, a parte i vicini di casa e dell’erboristeria gestita da trent’anni dai genitori, sembra conoscere Michael Valentino Teofrasto Carturan? Chi è veramente? Al momento si sa ancora poco del 28enne, che fino a prova contraria, in questo giallo, è solo una vittima. È un ragazzo, ancora senza volto, senza profili social intestati a suo nome, specializzato in design e permacultura, una passione per gli orti urbani mai sfociata in una professione. Appartenente a una famiglia benestante. E pure piuttosto facoltoso, nonostante la sua giovane età: secondo gli investigatori newyorkesi, Carturan avrebbe messo da parte un patrimonio in criptovaluta da 30 milioni di euro, diventando così un interessante obiettivo per chi traffica in questo settore. Come John Woeltz, il trader americano finito in manette con l’accusa di aver sequestrato e torturato l’italiano per 17 giorni in un appartamento di Manhattan.

Il ruolo di Beatrice Folchi

Soprannominata da alcuni tabloid americani «torture queen», la regine delle torture, Beatrice Folchi potrebbe aver avuto un coinvolgimento nella vicenda. Fermata e subito rilasciata dalla polizia americana, la 24enne ha vissuto una vita sotto i riflettori nel mondo del marketing per aziende di lusso e ha fatto qualche apparizione nel mondo del cinema, ora assistente di Woeltz, il presunto sequestratore e al momento l’unico in carcere. Ma che rapporti aveva con Carturan? Intercettata da alcuni giornalisti, avrebbe risposto per nulla turbata che si tratta di «un equivoco» e che «la nostra versione dei fatti sarà resa nota da un avvocato».

Gli interrogativi

Ma ci sono altri punti oscuri. Come avrebbe fatto Carturan a mettere insieme tutto quel denaro? Che contatti aveva? Come mai quando è riuscito a liberarsi, dopo 17 giorni, non si è rivolto al consolato italiano ma al primo poliziotto trovato per strada? Perché nessuno ne aveva denunciato la scomparsa? Il console italiano, una volta appresa la storia, si è recato in ospedale per incontrare Carturan, ma lui era già andato via. Il primo contatto tra la famiglia e la Farnesina è arrivato diversi giorni dopo. E ancora: che ruolo aveva Beatrice Folchi e questo terzo uomo svizzero? Per la famiglia si tratterebbe di «amici che lo hanno tradito», ma gli inquirenti non sembrano credere molto a questa versione. Infine, perché Woeltz, dopo aver segregato e torturato per 17 giorni un ragazzo italiano, che a un certo punto è riuscito a scappare, non si è dato alla fuga, ma anzi si è lasciato sorprendere in accappatoio dalla polizia? E le polaroid scattate durante i giorni del sequestro, per immortalare le torture, a cosa servivano? A ricattarlo?

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