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La reazione di Giorgia Meloni al post che augura la morte della figlia come Martina Carbonaro: «Non è rabbia, è qualcosa di più oscuro»

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
La reazione sui social della premier sulla frase shock contro la figlia Ginevra. Il post del presunto dipendente del Miur, sul quale sarebbero in corso delle verifiche

«Esistono confini che non devono essere superati mai» scrive Giorgia Meloni su X a proposito delle minacce di morte alla figlia Ginevra. Davanti a quella frase di sostanziale minaccia, la presidente del Consiglio parla di un clima che va ben oltre la critica politica. E che dovrebbe in qualche modo trovare tutti d’accordo nel condannare certe forme d’odio: «Questo non è scontro politico. Non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore».

L’appello di Meloni

Nel suo post, Meloni si augura che «contro questo clima violento la politica, tutta, dovrebbe sapersi unire. Perché esistono confini che non devono essere superati mai. E difenderli – conclude – è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza».

La minaccia di morte alla figlia di Meloni

A denunciare la vicenda per primo è stato l’onorevole meloniano Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI alla Camera. Il deputato ha condiviso lo screenshot di un post su Facebook in cui si legge: «Auguro alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola». Il riferimento è chiaramente all’omicidio di Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni uccisa a colpi di pietra dal suo ex fidanzato Alessio Tucci. A scriverlo, stando all’immagine diffusa da Bignami, sarebbe stato un dipendente del ministero dell’Istruzione. Perciò il ministro Giuseppe Valditara ha annunciato verifiche sull’identità dell’autore del post.