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L’Ue sfida Trump sui minerali critici: così Bruxelles spera di soffiare agli Usa le materie prime di Ucraina e Groenlandia

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All'approccio aggressivo del presidente americano, l'Europa ha risposto siglando nuove intese commerciali: svelati 13 «progetti strategici» che riceveranno i fondi Ue

L’Unione europea lancia la sua controffensiva nella guerra silenziosa per il controllo delle materie prime critiche. Mercoledì, la Commissione europea ha varato un primo pacchetto di tredici progetti con Paesi extra-Ue per diversificare le fonti di approvvigionamento dei minerali strategici. Tra le intese spiccano quelle con l’Ucraina e la Groenlandia, due Paesi su cui ha messo gli occhi anche Donald Trump per provare a ottenere il controllo delle loro risorse minerarie. Nel caso di Kiev, il presidente americano ha insistito a lungo con Volodymyr Zelensky per firmare un accordo che prevede condizioni molto più favorevoli agli Usa che all’Ucraina, mentre per la Groenlandia è arrivato addirittura a minacciare l’invasione militare.

La risposta dell’Ue a Trump

A questo approccio muscolare, che finora non sembra aver funzionato granché, Bruxelles risponde ora nel modo che più gli si addice: annunciando «partnership strategiche», così da blindare l’accesso a tutte quelle materie prime considerate essenziali per portare a termine la transizione verde e raggiungere la sovranità industriale. Tra le intese svelate oggi da Stéphane Séjourné, commissario europeo con delega alla Prosperità industriale, spiccano quelle con il Regno Unito e l’Ucraina – rispettivamente su tungsteno e grafite – ma i progetti coinvolgono anche Groenlandia, Canada, Kazakistan, Norvegia, Serbia, Zambia, Nuova Caledonia, Brasile, Madagascar, Malawi e Sudafrica. Le iniziative selezionate riceveranno il sostegno economico della Commissione europea, dei Paesi membri e delle istituzioni finanziarie, che ne faciliteranno l’accesso a capitali e mercati.

L’Ue alla ricerca di litio, rame e terre rare

«L’Europa ha bisogno di materie prime per realizzare le nostre ambizioni industriali e climatiche» e «necessita di catene di approvvigionamento stabili, sicure e diversificate», ha spiegato l’ex fedelissimo di Macron in conferenza stampa. Le tredici intese extra-Ue – siglate nell’ambito del Critical Raw Materials Act – contribuiranno a ridurre si aggiungono agli altri 47 progetti sui minerali strategici, tutti situati in Paesi membri, e portano a 60 il totale delle iniziative pensate per rafforzare le catene di approvvigionamento. Delle tredici collaborazioni annunciate oggi, dieci riguardano materie prime usate nei veicoli elettrici, nelle batterie e nei sistemi di accumulo, tra cui litio, nichel, cobalto, manganese e grafite. Due interventi in Africa sono invece dedicati all’estrazione di terre rare, essenziali per la produzione di magneti ad alte prestazioni utilizzati nelle turbine eoliche e nei motori elettrici. Altri progetti coinvolgono materiali come il rame, cruciale per reti elettriche e microelettronica, ma anche il tungsteno e il boro, impiegati nell’automotive, nelle rinnovabili, nell’aerospazio e nella difesa.

La valle del litio che fa litigare Ue e Serbia

Tra le iniziative strategiche selezionate da Bruxelles ce n’è una destinata a far discutere più degli altri. Si tratta del progetto per estrarre litio e boro nella vale di Jadar, in Serbia, portato avanti dal colosso anglo-australiano Rio Tinto e al centro di grosse contestazioni ambientaliste. La valle del fiume Jadar ospita quelle che si stima siano le maggiori riserve di litio in tutta Europa e tra le più significative a livello globale. In seguito alle proteste, nel 2022 il governo serbo aveva deciso di sospendere i lavori per l’estrazione del litio, salvo poi fare marcia indietro nel luglio dello scorso anno dopo la sentenza della Corte costituzionale che aveva dichiarato incostituzionale la decisione di bloccare il progetto.

Foto copertina: EPA/Olivier Hoslet | Al centro Stéphane Séjourné, commissario europeo all’Industriale, insieme agli omologhi Jonathan Reynolds (Regno Unito) Svitlana Hrynchuk (Ucraina), 4 giugno 2025

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