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Pescara, Riccardo Zappone «picchiato con un bastone di legno»: la rissa brutale prima dell’arrivo della polizia (col taser). Tre indagati per lesioni

04 Giugno 2025 - 20:56 Alba Romano
30enne-morto-taser-indagati
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I tre uomini avrebbero preso parte alla colluttazione in un'officina costata la vita al 30enne. La rabbia del padre: «Perché la polizia non ha chiamato il 118?»

Sarebbe stato «percosso con violenza, anche mediante l’uso di un bastone di legno, sino a subire ferite sanguinanti», Riccardo Zappone, il 30enne deceduto ieri dopo un intervento della polizia in cui è stato utilizzato il taser. È quanto sostiene la procura in relazione ai fatti avvenuti martedì 3 giugno in un’officina del quartiere San Donato di Pescara. Per la morte di Zappone ci sono ora tre indagati. I tre – rispettivamente di 61, 55 e 37 anni – avrebbero preso tutti parte alla rissa costata la vita al 30enne. L’ipotesi di reato formulata a loro carico è quella di lesioni volontarie aggravate dall’uso dell’arma e dal numero delle persone. Intanto, la procura di Pescara ha avviato accertamenti per ricostruire con esattezza la dinamica dell’episodio e stabilire eventuali responsabilità. Si procede anche contro ignoti per omicidio colposo e morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, oltre che per droga.

Il padre del 30enne: «Era necessario usare il taser?»

«Che motivo c’era di arrestarlo se le forze dell’ordine lo conoscevano bene e sapevano chi fosse e che tipo di patologia avesse? Non era opportuno che fosse chiamato il 118 e ordinato il ricovero in trattamento sanitario obbligatorio come era stato fatto le altre volte? Era davvero necessario utilizzare quella pistola elettrica?». Sono domande cariche di dolore e indignazione quelle che Andrea Zappone, padre di Riccardo, affida alle colonne del quotidiano il Centro. Riccardo Zappone, 30 anni, è morto ieri mattina a Pescara in seguito a un arresto cardiocircolatorio avvenuto dopo l’intervento della polizia con una pistola elettrica. «Farò di tutto per arrivare alla verità», aggiunge il padre, precisando che il figlio non soffriva di problemi cardiaci.

Piantedosi: «Faremo accertamenti»

Sulla tragedia è intervenuto anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Esprimo il cordoglio nei confronti dei familiari e della persona. Andranno sviluppati tutti gli accertamenti perché è interesse anche nostro capire se ci sia una correlazione con l’uso del taser qualche minuto prima», ha detto a Sky tg24 “Live in” a Milano. «Segnalo – ha aggiunto il ministro – che il taser è l’alternativa all’uso di strumenti molto più offensivi come l’arma da fuoco e spesso si rende necessario per i comportamenti che hanno le persone. In questo caso la persona si stava sottraendo alle forze di polizia e stava dando in escandescenze con atteggiamenti pericolosi per sé stesso, per gli operatori e per la gente che era presente sul posto».

Foto copertina: ANSA / GIUSEPPE LAMI

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