Paragon inguaia il governo: «Abbiamo offerto d’indagare sullo spionaggio di Cancellato, hanno rifiutato». Renzi: «È il Watergate italiano»


L’azienda israeliana Paragon, produttrice dello spyware Graphite, il software finito al centro della polemica per lo spionaggio ai danni di circa 100 persone, ha fatto sapere in una nota di aver «offerto sia al governo che al Parlamento italiano un modo per determinare se il suo sistema fosse stato utilizzato contro il giornalista [Francesco Cancellato, ndr] in violazione della legge italiana e dei termini contrattuali». Come riferito dalla testata israeliana Haaretz, Paragon ora rilancia la palla nel campo del Governo, accusandolo di non aver voluto usufruire dei mezzi messi a disposizione: «Poiché le autorità italiane hanno scelto di non procedere con questa soluzione, Paragon ha risolto i suoi contratti in Italia». Gli 007 italiani hanno ribattuto che la proposta non era accettabile perché avrebbe utilizzato «pratiche invasive, non verificabili nell’ampiezza, nei risultati e nel metodo».
I contratti esclusivi con le autorità italiane
Nella nota diffusa oggi, lunedì 9 giugno, Paragon ha tenuto a sottolineare che «vende la sua tecnologia esclusivamente alle forze dell’ordine e alle agenzie di intelligence di Paesi democratici che hanno superato con successo il suo rigoroso processo di due diligence e verifica. Quando nel febbraio di quest’anno Meta aveva dato notizia dello spionaggio l’azienda aveva subito rescisso tutti i contratti con il Governo: «A seguito delle segnalazioni riguardanti il giornalista Cancellato, Paragon ha disconnesso i suoi sistemi da tutti i clienti in Italia». L’azienda israeliana si è detta disposta a «fornire assistenza in qualsiasi indagine, qualora le autorità italiane ne facciano richiesta ufficiale».
Il Copasir specifica: «Con Paragon rescissione condivisa»
La notizia della rescissione del contratto tra Italia e Paragon è confermato anche da quanto emerge dal Copasir. «A seguito del clamore suscitato dalla vicenda – si legge nella relazione del comitato parlamentare sulla sicurezza – lo scorso 14 febbraio Aise ed Aisi avevano deciso di sospendere temporaneamente l’impiego di Graphite in attesa degli accertamenti del Comitato. Ma in occasione dei sopralluoghi effettuati dal Comitato presso le Agenzie è stato precisato che, successivamente alla sospensione, si è addivenuti alla decisione di rescindere comunque il contratto con Paragon». Una rescissione, hanno poi specificato ad Ansa alcune fonti, che sarebbe stata «di comune accordo». Il 12 aprile 2025, infatti, Paragon e le Agenzie di intelligence avrebbero siglato un «documento che conclude le relazioni commerciali fra le parti, senza ulteriori inchieste o incombenze». Niente a che vedere con la «rescissione unilaterale» di cui si era parlato, ipotizzando una scelta commerciale di Paragon di fronte a «presunte condotte illegali» di Aise e Aisi. In più, hanno aggiunto gli 007, affidare all’azienda israeliana gli accertamenti avrebbe «severamente compromesso la reputazione delle Agenzie italiane ed esposto dati per loro natura riservati».
Renzi: «Questo è il Watergate italiano»
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha commentato la vicenda con un post in inglese su X: «Il governo di Giorgia Meloni sta distruggendo lo stato di diritto in Italia. Ci sono molti esempi, ma il caso Paragon è uno dei più gravi. Lo spionaggio illegale contro una giornalista che aveva pubblicato uno scoop contro il partito della Presidente del Consiglio solleva una questione enorme, che Meloni e il suo fedele sottosegretario Mantovano stanno scandalosamente cercando di insabbiare. Chiederemo piena trasparenza in Parlamento — non solo a porte chiuse nel comitato per i servizi segreti. Questo è il Watergate italiano».