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I Ris a Garlasco per 7 ore nella villetta di Chiara Poggi, gli esperti da Cagliari e la «triangolazione» con le tracce del 2007: a che cosa è servito il sopralluogo

09 Giugno 2025 - 18:59 Filippo di Chio
chiara poggi garlasco ris via pascoli villetta
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I carabinieri del Ris di Parma con tre militari esperti del Ris di Cagliari hanno effettuato un nuovo sopralluogo nella villetta dove Chiara Poggi fu uccisa nel 2007. Gli investigatori stanno ricostruendo con le ultime tecnologie per «triangolare» con precisione le tracce di sangue. Quando si sapranno i risultati

Che le indagini bis sul delitto di Garlasco non potessero basarsi su un plastico raffazzonato della villetta di via Pascoli era scontato. Lo scopo della procura di Pavia, al contrario, è ricostruire perfettamente al millimetro la scena del crimine, così come si era presentata quel 13 agosto 2007 quando la 26enne Chiara Poggi venne massacrata e abbandonata sulle scale interne della sua abitazione. Per questo i carabinieri del Ris di Parma hanno nuovamente fatto ingresso nella casa di via Pascoli mappandone ogni angolo con scanner laser, droni e macchine fotografiche. La rielaborazione dei dati raccolti permetterà agli inquirenti di trovarsi davanti alla villetta in 3D, avendo fissato con la massima precisione anche le tracce di sangue e le impronte già repertate nelle prime indagini. E di riposizionare tutte le foto d’epoca, scattate durante i primi sopralluoghi della polizia giudiziaria.

La mappatura 3D della villetta di via Pascoli

Un sopralluogo durato oltre 7 ore e condotto, ovviamente, con il beneplacito dei genitori della vittima: «Sono stanchi, ma si sono resi disponibili, come sempre», ha detto Daniele Redaelli, crimonologo e consulente tecnico della famiglia Poggi. A essere oggetto delle attenzioni del Ris di Parma, e di tre militari del Ris di Cagliari, tutte le tracce che nel 2007 gli investigatori avevano già registrato per «creare una relazione tra ogni singola evidenza e un punto fisso nello spazio». Insomma, nessuna nuova scoperta clamorosa. Anzi, analisi approfondite per andare a colmare una delle lacune a cui le prime analisi non avevano dato risposta e, per la prima volta, leggere il delitto «in maniera dinamica». Per trarre le prime conclusioni, hanno fatto sapere i tre esperti del Ris di Cagliari, ci vorranno almeno due mesi.

La «triangolazione» delle tracce di sangue e l’impronta 33

Uno degli elementi mancanti per gli inquirenti era la cosiddetta «triangolazione». Si tratta di un metodo fondamentale per la «Bloodstain pattern analysis», che dovrebbe appunto permettere di mappare con estrema esattezza tutte le tracce di sangue rinvenute sulla scena del crimine. Tramite la triangolazione, i militari potranno in poche parole stabilire il posizionamento specifico delle tracce, determinando la distanza tra le varie macchie di sangue e creando così una mappa 3D degli ambienti. Questa, a sua volta, potrà essere usata per ricostruire nuovamente la dinamica dell’omicidio, andando a studiare le tracce ematiche goccia per goccia. Il Ris di Parma, secondo quanto riferito dai legali presenti al sopralluogo, si è concentrato sul piano terra, dove sarebbe avvenuta – in vari locali – l’aggressione letale a Chiara Poggi, e sulle scale dove il cadavere è stato rinvenuto. Tra le impronte «triangolate» dai carabinieri, anche la ormai nota «papillare 33», trovata vicina al corpo della 26enne e attribuita dalla procura di Pavia all’unico indagato Andrea Sempio.