Massimo D’Alema fa affari d’oro con le consulenze a Londra. E reinveste 2 milioni per un agriturismo (deluxe) in Umbria


17 anni dopo aver appeso gli scarpini al chiodo della politica attiva – il suo ultimo incarico di rilievo fu alla guida del ministero degli Esteri tra il 2006 e il 2008 – Massimo D’Alema sta davvero vivendo una seconda giovinezza. Da imprenditore. Tra produzione di vini, consulenza geopolitica e ora anche hospitality l’ex enfant prodige della gioventù del Pci sembra davvero aver trovato la sua nuova dimensione, sprizza idee e iniziative, e i risultati gli sorridono. La cassaforte principale per i guadagni si chiama DL&M advisor. L’Srl con cui dal 2019 D’Alema conduce la sua attività di consulenza strategica, ben oltre i confini nazionali, macina per il secondo anno di fila guadagni di tutto rispetto. Nel 2023 gli utili erano quasi quadruplicati, balzando da meno di 400mila a 1.358.662 euro. Nel successivo 2024, come emerge dal bilancio depositato a fine maggio, è andata ancora meglio, con utili a fine esercizio per 1.578.170 euro. Merito della spending review interna, a dire il vero, più che non della crescita degli affari. Il fatturato della DL&M in effetti è lievemente calato, da quasi 3 milioni nel 2023 a 2,5 milioni nel 2024. Ma un taglio netto a non meglio precisati “servizi” di cui si avvaleva D’Alema per condurre le sue attività – oltre 760mila euro di costi risparmiati – ha consentito il surplus.

Il decollo degli affari in Regno Unito
Dal bilancio 2024 emerge poi un altro dato interessante sulle attività di consulenza di D’Alema – nella maggior parte dei casi mediazioni di alto livello e raccomandazioni su investimenti sfruttando il network di conoscenze internazionali costruito negli anni: la crescente «sprovincializzazione». Nell’anno alle spalle sono letteralmente decollate infatti le attività di questo tipo condotte da D’Alema per clienti nel Regno Unito. Gli hanno fruttato ricavi quasi pari a quelli fatti in Italia: 1.220mila euro a fronte di 1.277.668. Balzo notevole se si considera che nel 2023 gli incassi «londinesi» si erano fermati a quota 300mila. Rovesciando la medaglia, potrebbe suonare come un mezzo campanello d’allarme il dimezzamento degli affari nel Belpaese (nel ’23 il fatturato era stato di 2.654.294 euro). Peccato D’Alema non possa consigliarsi con nessuno sulla conduzione della società: ne è socio al 100% e amministratore unico, tanto che l’ultima assemblea riunitasi a fine aprile per approvare il bilancio si è aperta e chiusa nel giro di un quarto d’ora. Se medesimo a parte, era presente (a casa) soltanto la moglie Maria Rosaria Giuva, gentilmente prestatasi a fungere da segretario dell’Assemblea per l’esame-lampo dei conti.
La scommessa su ristorazione e hospitality a Narni
E la produzione di vini, suo noto primo amore da imprenditore ma anche amatore? Nessun timore, D’Alema non ha abbandonato anche quell’attività, che gestisce invece insieme ai due figli Giulia e Francesco, con la collaborazione dell’enologo di fiducia, Riccardo Cotarella. Qui la novità è se mai che D’Alema investe ancora e raddoppia le ambizioni. Dall’inizio del 2025 infatti la tenuta della Madeleine adagiata sulle splendide colline di Narni, in Umbria, non è più solo azienda vinicola, ma è anche abilitata a svolgere attività agrituristiche. L’impresa insomma si amplia in vista dell’apertura di un vero e proprio agriturismo. Sul sito della Madeleine vengono già proposti percorsi di degustazione, da corroborarsi volendo anche con light lunch, ma è solo l’antipasto (appunto) di quel che verrà. Presto dovrebbe aprire i battenti il ristorante tra le vigne – coperti previsti 35, menù fisso per il top della selezione 80 euro. E poi anche la struttura ricettiva vera e propria, che offrirà 12 posti letto in appartamenti. La gestione del nuovo business andrà probabilmente in capo a Giulia D’Alema, considerato che le pratiche le ha sbrigate la figlia dell’ex premier.

L’investimento dai proventi dell’attività di consulenza
Il capitale necessario per l’investimento che ha consentito la svolta agrituristica arriva però tutto da papà. Dagli affari di consulenza di cui sopra, per la precisione. L’ampliamento delle terre con l’acquisizione delle vicine tenute Calispone e Gabriellino e la ristrutturazione delle strutture inglobate è stato infatti reso possibile da un finanziamento pari a 2 milioni di euro concesso alla Società agricola La Madeleine dalla DL&M nel 2024. A bilancio infatti le immobilizzazioni finanziarie dell’Srl dell’ex premier sono passate lo scorso anno da 762.500 a 2.762.500 euro.
Foto di copertina: Ansa – Massimo D’Alema con l’allora ambasciatore italiano a Londra Pasquale Terracciano alla presentazione dei vini prodotti dalla sua “La Madeleine” a Londra nell’ottobre 2015.