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Vigevano, prestazioni dentistiche a prezzi da urlo: ma i tre non erano abilitati. Lo «sconto speciale» offerto in cambio di sesso

12 Giugno 2025 - 23:50 Cecilia Dardana
A denunciare i traffici dello studio una cliente che si era sentita proporre uno scambio «in natura». I tre sono indagati per esercizio abusivo della professione, il finto dentista anche per violenza sessuale

È stata bloccata la «gang» dei finti dentisti che operava i pazienti in uno stanzino, proponendo anche favori sessuali in cambio di uno sconto. È successo a Vigevano e sono coinvolti tre soggetti, due sorelle e un uomo, che attiravano i clienti offrendo prezzi più bassi. A portare alla luce un meccanismo collaudato è stata una cliente, che ha denunciato il finto odontoiatra e le sue collaboratrici dopo che si era sentita proporre uno scambio «in natura». Ora sono tutti indagati: il finto dentista anche per violenza sessuale, le colleghe solo per esercizio abusivo della professione.

Cosa è successo

La vicenda risale allo scorso settembre. E, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, sembra probabile che molti clienti sapessero benissimo che fosse tutto abusivo, ma che usufruissero comunque dello studio per via dei prezzi minori. I pagamenti infatti avvenivano solo in contanti. E grazie anche a questo era possibile applicare degli sconti consistenti. Chiedendo però in cambio dei favori sessuali. Non solo, secondo quanto emerso, i tre soggetti esercitavano senza le qualifiche necessarie per l’esercizio della professione medica. Le due donne risultano titolari di uno studio odontotecnico in città, nonché dello studio stesso dove venivano effettuate le operazioni dentali. Una delle due ha la qualifica di odontotecnico, non sufficiente per effettuare interventi chirurgici in bocca. L’altra, così come l’uomo, nemmeno di quello.

Gli accordi illeciti tra i tre soggetti

I militari hanno sequestrato trapani, frese, bisturi, specilli, pinze e altra attrezzatura odontoiatrica, ricettari medici in bianco, timbri riconducibili a medici realmente abilitati, cartelle cliniche e impronte dentarie. Alcuni pazienti hanno confermato di aver ricevuto visite, trattamenti e applicazioni di protesi direttamente dalle due donne, senza la presenza di un medico abilitato. Le prestazioni sarebbero state saldate in contanti, senza emissione di ricevute fiscali, al fine di eludere ogni forma di tracciabilità. Dalle indagini emerge un’ipotesi di accordo illecito tra i tre soggetti, con una precisa suddivisione dei compiti, finalizzata allo svolgimento sistematico e continuativo di attività sanitarie abusive. Al termine della prima fase investigativa – tuttora in corso – i tre indagati sono stati deferiti in stato di libertà per esercizio abusivo della professione sanitaria. L’uomo è inoltre indagato per il reato di violenza sessuale, in relazione alle pressanti avances rivolte alla denunciante durante una prestazione sanitaria.

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