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I sospetti sulla laurea di Maria Rosaria Boccia e l’accusa di aver plagiato la tesi

maria rosaria boccia
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La procura di Napoli indaga anche per truffa e falso. Coinvolte le università Parthenope, Pegaso e Luiss: sono considerate parti offese

La laurea di Maria Rosaria Boccia potrebbe essere fasulla. La procura di Napoli ha acquisito atti in tre università italiane nell’ambito dell’inchiesta sull’aspirante consulente dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Truffa, falso in atto pubblico e plagio i reati ipotizzati dai pm Ciro Capasso, Claudio Onorati e Vincenzo Piscitelli. Indaga la Guardia di Finanza. Le università a cui le fiamme gialle hanno chiesto di esibire gli atti sono la Parthenope, la Pegaso e la Luiss. Sono considerate parti offese.

La laurea di Maria Rosaria Boccia

La Gdf, fa sapere Il Mattino, punta ad acquisire «files, estratto curricolare, esami sostenuti (con i relativi voti sulle camicie) e relativi video (qualora siano stati sostenuti da remoto), libretto e quant’altro riconducibile alla carriera universitaria della studentessa Boccia». Da un lato si lavora per accertare se il passaggio dalla Parthenope alla Pegaso è avvenuto correttamente. I riflettori sono sul documento di autocertificazione che attestava il numero di esami sostenuti. Poi c’è la tesi di laurea. Sulla quale c’è un giallo a parte che coinvolge una studentessa laureata alla Luiss nel 2019.

La tesi

La studentessa ha svolto l’elaborato sullo stesso argomento di Boccia. Probabilmente gli investigatori hanno usato una app per capire se il contenuto sia stato copiato. L’università Pegaso ha svolto un’istruttoria interna dopo il caso. E proprio da lì sarebbero partiti i dubbi che oggi la procura di Napoli vuole chiarire. D’altra parte, sottolinea in una nota lo stesso ateneo telematico, che si considera parte lesa, «già lo scorso settembre, a seguito di un servizio giornalistico in cui erano stati sollevati alcuni dubbi in merito all’autenticità della tesi di laurea della Sig.ra Boccia, l’Università aveva avviato le opportune verifiche sul titolo e sull’elaborato, nel pieno rispetto dei principi di trasparenza, correttezza e riservatezza, adottando le misure più adeguate in conformità con le normative vigenti e gli interessi coinvolti». A Roma intanto si cerca di comprendere se ci siano notizie di reato nella collaborazione con l’ex ministro del governo Meloni.

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