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Concorso presidi, il pc si blocca per 6 minuti. Il candidato viene bocciato ma il Consiglio di Stato lo riabilita: «Deve rifare l’esame»

13 Giugno 2025 - 16:47 Ygnazia Cigna
scuola concorso
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L'avvocato del candidato racconta a Open: «Il Tar della Calabria ci ha dato torto, abbiamo fatto appello e ci hanno dato ragione. Vi spiego perché»

Si blocca il computer per sei minuti durante il concorso, viene bocciato e fa ricorso: il Consiglio di Stato gli dà ragione e ordina di ripetere la prova. È quanto accaduto a un candidato al concorso ordinario per dirigenti scolastici in Calabria. Dopo una lunga battaglia legale, però, i giudici gli hanno dato ragione e hanno ordinato la ripetizione del suo esame. Il concorso risale al 30 ottobre 2024. Nei primissimi minuti dell’esame scritto, una funzione della tastiera del computer smette di funzionare. Nonostante l’intervento tempestivo del tecnico in aula e il ripristino della postazione, il tempo perso non viene poi recuperato, come di solito avviene nei concorsi pubblici. Alla fine della prova, il candidato viene bocciato con un punteggio iniziale di 51 su 100, poi corretto in 52, comunque insufficiente per accedere alla prova orale. Presenta ricorso al Tar della Calabria, che però lo respinge. Ma non si arrende: si appella al Consiglio di Stato.

Cosa dice la sentenza del Consiglio di Stato

In secondo grado, tutto cambia. I giudici amministrativi gli danno ragione. «È provato che il candidato non ha potuto fruire dell’intero tempo previsto per completare la prova per cause che non dipendono da lui», si legge nella sentenza del Consiglio di Stato. Per questo, non essendogli stato concesso un tempo aggiuntivo per recuperare il tempo perso a causa del blocco del computer, è stato violato il suo diritto a sostenere l’esame nei tempi previsti. Da qui la decisione di accogliere il ricorso e ordinare la ripetizione della prova. Le spese legali, invece, sono state divise tra le parti.

L’avvocato a Open: «Ecco perché il Tar ci ha dato torto, ma il Consiglio di Stato no»

«Poco dopo l’inizio della prova si è bloccata una funzione della tastiera al mio assistito. Il tecnico è intervenuto, ha risolto e poi tutto è stato verbalizzato, ma quei sei minuti non sono mai stati recuperati», racconta a Open l’avvocato Massimo Vernola, che ha seguito il candidato. Il ministero dell’Istruzione e del Merito, spiega il legale, aveva sostenuto che era quasi impossibile che quei sei minuti in più avrebbero permesso al candidato di raggiungere la sufficienza. «Per questo, il Tar ci aveva dato torto. Ma il Consiglio di Stato ha poi chiarito che non era necessario dimostrare un nesso diretto tra il tempo perso e il punteggio: bastava provare che non aveva usufruito del tempo pieno previsto per legge, ovvero 180 minuti. Ed è su questo principio che si è basata la nostra richiesta di ripetizione della prova». L’avvocato aggiunge, infine, un dettaglio: il suo assistito gli ha riferito che il giorno della prova aveva dichiarato verbalmente alla commissione di aver diritto al recupero del tempo perso a causa del pc non funzionante. Questa comunicazione, però, non appare nel verbale ufficiale di quel giorno e, di conseguenza, non è stata presa in considerazione in via legale.

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