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Garlasco, le analisi sulla spazzatura (mai esaminata) e il rischio contaminazione per una buccia di banana: i periti a caccia di tracce di Dna

19 Giugno 2025 - 14:36 Cecilia Dardana
garlasco chiara poggi reperti
garlasco chiara poggi reperti
Prosegue l'incidente probatorio con l'analisi sulla spazzatura sequestrata. C'è il rischio che un buccia di banana presente tra i rifiuti possa aver contaminato o addirittura cancellato eventuali residui di Dna

Riprende in questura a Milano il confronto tra genetisti e dattiloscopisti chiamati a rileggere i reperti raccolti 18 anni fa, quando fu uccisa Chiara Poggi a Garlasco: oggi i tecnici dovranno completare l’esame delle impronte digitali. Si comincerà con l’apertura delle buste sigillate che per tutti questi anni sono state conservate in uno scatolone all’interno dei locali dell’Istituto di medicina legale di Pavia. Dentro alcuni degli oggetti raccolti a casa Poggi dopo quel 13 agosto 2007. Ad esempio, il frammento del tappetino del bagno macchiato dalla traccia di sangue lasciata dalla scarpa dell’assassino. E poi, la scatola di cartone dei cereali della colazione, il sacchetto con i fiocchi avanzati. Ci dovrebbe essere anche il cucchiaino che era sul divano e che Chiara usava al mattino per mangiare i cereali dal sacchetto mentre guardava la tv.

L’analisi sulla spazzatura

Ma è la spazzatura sequestrata su cui si concentreranno maggiormente le analisi. Innanzitutto perché quei pochi rifiuti non furono mai esaminati. Parliamo del sacchetto stesso, di due vasetti di Fruttolo, di un brick di thé freddo, un piattino, e dell’incarto di plastica dei biscotti. Ma soprattutto perché c’è un rischio concreto che un buccia di banana presente tra i rifiuti possa aver contaminato o addirittura cancellato eventuali residui di Dna. Quegli avanzi di frutta, infatti, furono tolti solo otto mesi dopo l’omicidio, quando avvenne il sequestro del sacchetto. Fino a quel momento la pattumiera rimase nella casa a cui, per ovvie ragioni, nessuno aveva accesso se non gli inquirenti. Ad aprile 2008, quando i militari del Ris, in tuta e guanti bianchi, rientrarono nella villetta per repertare l’immondizia, la buccia era ormai marcia e quasi incollata al sacchetto.

I chiarimenti sul sequestro della spazzatura

«Vogliamo verificare che ci sia stato un sequestro formale» della spazzatura, dice il consulente della difesa di Andrea Sempio, Luciano Garofano. «Se è tutto regolare procederemo probabilmente dai residui dell’immondizia e completeremo la parte delle fasce para-adesive», ha aggiunto al suo arrivo in questura. «Ci tengo a dire per quanto riguarda le fascette para-adesive analizzate che non c’è alcuna differenza con gli acetati. Assolutamente nessuna. Si andava con l’una o con l’altra a seconda della disponibilità», ha concluso.

L’analisi sull’«impronta 10»

Poi si proseguirà con l’analisi sulle fascette con le impronte, già iniziata ieri. E si tenteranno di chiarire i dubbi sull’«impronta 10», quella sul lato interno della porta, considerata «sporca» e che si pensava potesse essere stata lasciata dal killer. L’avvocato Giada Bocellari, che difende Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, ha spiegato che è stata la stessa difesa di Stasi a chiedere esami più approfonditi riguardo questa impronta che è risultata priva di sangue a una prima analisi il primo giorno dell’incidente probatorio di martedì. «L’altro giorno – ha detto la legale – abbiamo fatto due tamponi: un tampone con il quale si è grattato praticamente tutto il materiale biologico per la caratterizzazione genetica e poi un tampone residuo per fare lo “Obt test”, cioè la ricerca di sangue. Mentre su tutte le impronte direi che si vede che non c’è sangue, sulla 10 ci sono dei dubbi – ha proseguito -. Abbiamo chiesto che, siccome il secondo tampone che abbiamo fatto era sul residuo, si faccia un’analisi più approfondita sul tampone per la caratterizzazione genetica». La traccia è già risultata non essere né dell’attuale indagato, Andrea Sempio, né di Stasi: «Proprio in un’ottica di accertamento della verità e di dare tutti i dati possibili che ci sono, questo credo che sia un atteggiamento, come dico spesso io, laico», ha concluso

L’esame sui campioni biologici sotto le unghie

Infine, resterà l’esame a cui gli inquirenti guardano con più attenzione perché potrebbe certificare l’elemento che ha portato alla riapertura delle indagini. Consulenti e periti si confronteranno sui risultati grafici. Questo perché i frammenti sono stati consumati in passato nel corso dei test dei campioni biologici rilevati sulle unghie di Chiara. Per i pm pavesi, uno dei due profili maschili è di Andrea Sempio, l’indagato di questa inchiesta «alternativa» sul delitto di Garlasco.

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