L’Aiea: «Non ci sono prove che l’Iran stia costruendo la bomba atomica»


L’Aiea dice che non ci sono prove di un programma sistematico per una bomba da parte dell’Iran. E smentisce quindi l’annuncio di Israele sulla motivazione dell’attacco all’Iran. «Potrebbero esserci attività nascoste che sfuggono ai nostri ispettori e ne saremmo all’oscuro. Quello che abbiamo riportato è che non abbiamo prove di un programma sistematico per una bomba», ha detto il direttore generale dell’Agenzia Atomica Internazionale Rafael Grossi a Christiane Amanpour della Cnn.
L’atomica e l’Iran
Amapour chiede a Grossi di spiegare perché Israele parla di una bomba mentre le intelligence occidentali smentiscono che Teheran sia pronta. Grossi premette che «potrebbero esserci attività nascoste che sfuggono ai nostri ispettori e ne saremmo all’oscuro». Poi aggiunge: «Ci sono cose che sappiamo e cose che non sappiamo. Quello che sappiamo, lo sappiamo grazie alle ispezioni. E abbiamo riferito al Consiglio dei governatori che l’Iran ha materiale sufficiente, ipoteticamente, se decidesse di sviluppare una bomba: hanno più di 400 kg di uranio arricchito al 60%, a un passo dal 90 necessario. Quindi c’è la materia prima, ed è per questo che c’è tanta preoccupazione. Ma per l’arma servono gli altri passaggi. Non è questione di giorni, ma di anni, forse non pochi, davvero non lo so. Certamente non per domani».
I pezzi del puzzle
Grossi aggiunge anche che «non ha aiutato che alcuni alti funzionari iraniani dicessero: “Abbiamo tutti i pezzi del puzzle per l’arma”. Tutto questo rende la situazione molto seria, ma devo restare obiettivo: sono un revisore internazionale. Quello che abbiamo dimostrato è che il materiale c’è, ci sono stati tentativi in passato per la produzione di una bomba, ma non abbiamo attualmente prove di un programma attivo». L’Iran ha accusato Grossi di aver avuto un ruolo distruttivo nella vicenda: «La sua procrastinazione ha preparato il terreno per gli obiettivi illegali di Israele. Ma gli iraniani non cederanno alla pressione e all’oppressione», ha detto il capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, Mohammad Eslami.
Natanz e Fordow
Nel frattempo ci sono stati attacchi a Natanz e gli Stati Uniti preparano quello a Fordow. Grossi ha confermato, sulla base delle comunicazioni a singhiozzo con i referenti iraniani, che gli attacchi israeliani hanno comportato «un rallentamento significativo, non totale, dell’arricchimento dell’uranio». Con danni sostanziali alle centrali.