Alex Britti e la mossa per sfuggire ai falsi sold out: «Se sbagli, devi fare 30 concerti gratis: cosa ho risposto a chi mi ha proposto un tour»


È sempre la questione dei sold out, soprattutto quelli «farsa», a tenere banco nel panorama italiana. Dopo la denuncia – prima social e poi alla stampa – di Federico Zampaglione e di Antonello Venditti, è Alex Britti a toccare il tasto dolente. «Anche a me tanti anni fa mi fu proposto di fare un tour nei Palasport a cui dissi no», ha raccontato il cantante romano durante la conferenza stampa prima della sua data alle Terme di Caracalla. Non si è però scucito oltre: «Non farò nomi».
Il sogno degli stadi e la dura realtà: «Se non lo riempi ti fai male»
Sapersi opporre a queste dinamiche della musica è fondamentale, ha continuato a spiegare il 56enne: «Piace l’idea dello stadio pieno, ma bisogna saper dire di no ed essere realisti. Le scorciatoie non pagano nemmeno nella musica». Anche perché il rischio è di finire in un gorgo da cui è difficile riemergere: «Se il Palasport non lo riempi, allora ti fai male e poi devi fare 30 concerti gratis per ripagare le varie agenzie che hanno speso per riempirlo».
Il «no» di Alex Britti: «È colpa dell’artista, a me non andava di suonare gratis»
È anche per questo, per la paura di rischiare troppo, che Britti ha sempre rifiutato: «A me non va di suonare gratis. Il mio mestiere è suonare, non ostentare. Ci sono artisti che finiscono a fare gli stadi senza avere le spalle larghe, con tutte le conseguenze del caso». E la responsabilità, ha sottolineato con forza l’artista romano, grava tutta sulle spalle dei cantanti: «Non do la colpa al sistema, nessuno ti obbliga. È una scelta, ma rischiosa». I promoter, insomma, fanno semplicemente il loro lavoro.