Medio Oriente, l’Italia teme per il caro energia: il parlamento iraniano spinge per chiudere lo stretto di Hormuz. Vance: «Sarebbe un suicidio»


L’Iran potrebbe chiudere lo stretto di Hormuz al traffico navale commerciale in risposta all’entrata in guerra degli Stati Uniti al fianco di Israele. La mossa è stata caldeggiata in queste ore da Esmail Kosari, membro della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale di Teheran, ma la decisione finale spetta al Consiglio supremo di sicurezza. Un eventuale blocco dello stretto di Hormuz avrebbe conseguenze tutt’altro che trascurabili sul commercio globale di combustibili fossili: circa il 20% del gas e il 30-40% del petrolio transitano infatti dal corridoio che collega il Golfo di Oman con il Golfo Persico.
Pichetto Fratin e l’eventuale blocco dello stretto di Hormuz
A parlare dei rischi di questa mossa per l’Italia e per l’Europa è Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente, in un’intervista alla Stampa: «Un eventuale blocco (dello stretto di Hormuz – ndr) comporterebbe un minor quantitativo della materia prima e una risalita dei prezzi. È un automatismo di mercato, che scatenerebbe anche dei meccanismi speculativi», metteva in guardia il ministro poche ore prima dell’attacco americano. Fino ai giorni scorsi, l’aumento del prezzo del petrolio sui mercati finanziari è stato tutto sommato contenuto. Gli incrementi che ci sono stati, spiega Pichetto Fratin, sono dovuti «al timore di chi deve approvvigionarsi e ha incrementato la domanda per avere delle quote di riserva oppure al fatto che l’inizio delle operazioni militari ha portato difficoltà alle esportazioni». Il vero problema per l’Italia e per l’Europa, semmai, riguarda un eventuale blocco dello stretto di Hormuz. Quello sì, avverte il ministro dell’Ambiente, «genererebbe una situazione di difficilissima gestione».
I rischi per i prezzi del gas
Sebbene l’Italia sia uno dei Paesi europei più dipendenti dal gas, attualmente ne importa solo una minima parte dal Medio Oriente. «Certo, utilizziamo il gas del Qatar e nel caso di una escalation potremmo doverlo sostituire, ma il mondo è pieno di gas. Grazie anche ai nostri rigassificatori e alle due navi che abbiamo aggiunto a Piombino e a Ravenna, siamo in una condizione di sicurezza», spiega ancora Pichetto Fratin. La preoccupazione maggiore, semmai, è che il prezzo del gas «si fa sui mercati internazionali» e un eventuale blocco dello stretto di Hormuz farebbe inevitabilmente schizzare i listini al rialzo.
Vance: «Sarebbe un suicidio per l’Iran»
In mattinata, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, aveva glissato a una domanda sull’ipotesi di chiudere al traffico commerciale navale lo stretto do Hormuz: «Abbiamo una varietà di opzioni disponibili», si era limitato a dire durante una conferenza stampa tenuta a Instanbul. Nel frattempo, sulla questione interviene anche il vicepresidente americano J.D. Vance, secondo cui la chiusura del corridoio marittimo sarebbe «un suicidio» per Teheran, dal momento che «tutta la loro economia passa attraverso lo stretto di Hormuz».
Foto copertina: Dreamstime/Eric Gevaert