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Iran, vertice di Meloni con i ministri dopo l’attacco di Trump: «Subito un tavolo negoziale tra le parti». Crosetto: «Forte preoccupazione, prossime 48-72 ore delicate»

22 Giugno 2025 - 19:46 Giulia Norvegno
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Tajani assicura: «Nessun aereo Usa partito dalle basi in Italia. Siamo preparati in caso di peggioramento della situazione». La premier domani e dopodomani riferirà in Parlamento, tra i temi anche il Medio Oriente

La decisione di Donald Trump di bombardare tre siti nucleari iraniani «rappresentano un cambiamento radicale dello scenario strategico in Medio Oriente. Si apre una crisi molto più ampia, la cui evoluzione desta forte preoccupazione». A dirlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che in una nota precisa come sia «ragionevole attendersi, da parte dell’Iran, una risposta molto più forte, che potrebbe non limitarsi al solo teatro regionale e coinvolgere obiettivi americani e interessi occidentali in aree sensibili del globo». Per il ministro, inoltre, «le prossime 48-72 ore costituiscono una fase particolarmente delicata, nella quale non si possono escludere azioni ritorsive da parte dell’Iran, anche sotto forma di attacchi asimmetrici o di blocchi strategici, come la possibile interruzione della navigazione nello Stretto di Hormuz».

La premier riferirà domani in Aula

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarà in Parlamento sia domani che dopodomani. «La presidente lunedì alle 15 alla Camera dei deputati terrà le comunicazioni in vista del Consiglio europeo, comunicazioni che saranno poi depositate in Senato, dove il dibattito si svolgerà il 24 mattina. Tra i temi all’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo c’è l’evoluzione della situazione in Medio Oriente». Lo dichiara Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento.

La riunione di Meloni con i ministri

Il vertice di governo convocato d’urgenza da Giorgia Meloni in mattinata è avvenuto in forma telefonica e vi hanno preso parte i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Matteo Piantedosi (Interno), Guido Crosetto (Difesa), Giancarlo Giorgetti (Economia), i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari e i vertici dell’Intelligence. Nel corso della conversazione, fa sapere Palazzo Chigi, è stata analizzata la situazione dei siti iraniani a seguito degli attacchi. Una valutazione precisa dei danni potrà essere fatta solo con il passare delle ore. La crisi, assicura la presidenza del Consiglio, è al centro dell’attenzione dell’esecutivo in tutti i suoi risvolti, dalla situazione dei connazionali nella regione, con cui la Farnesina è in costante contatto, agli effetti economici e di sicurezza. Meloni si terrà in contatto con i principali alleati e leader della regione nelle prossime ore e l’Italia continuerà a impegnarsi per portare al tavolo negoziale le parti. La premier ha avuto anche una lunga conversazione al telefono con la segretaria del Pd Elly Schlein. Una telefonata confermata anche da fonti del Nazareno.

Il giro di chiamate con i principali alleati

A seguito della riunione di governo, Giorgia Meloni ha telefonato anche ai principali partner internazionali e attori della regione coinvolta dal conflitto. Nel corso della giornata, fa sapere Palazzo Chigi con una nota, la premier ha parlato con il primo ministro canadese Mark Carney, con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, con il presidente francese Emmanuel Macron e con il premier britannico Keir Starmer. In ambito regionale, Meloni si è sentita con il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman, il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohamed bin Zayed e l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani. Con tutti loro la premier ha ribadito la necessità di lavorare per una rapida ripresa dei negoziati tra le parti e scongiurare un ulteriore allargamento del conflitto.

L’obiettivo di Fordow «era chiaro»

Il monitoraggio della situazione da parte dei Servizi italiani era in corso già da ieri sera, spiega Crosetto. «Perché alcuni spostamenti di aerei americani ci avevano dato la ragionevole certezza che potesse scattare un attacco. Questa notte è avvenuto: era chiaro che il sito nucleare di Fordow fosse il punto di interesse principale di Israele, perché centro del programma nucleare iraniano. Israele non aveva le capacità per colpire in modo significativo questo sito, sotto 90 metri di roccia: per questo sono intervenuti nella notte bombardieri americani che hanno la capacità di penetrazione sottoterra più elevata al mondo».

Le contromisure italiane dopo l’attacco Usa

Abbiamo già iniziato dall’altro ieri a prendere delle misure di protezione per mettere in sicurezza i contingenti italiani che non sono coinvolti e non sono neanche un obiettivo nella risposta iraniana. Ci siamo limitati a spostare quelli la cui vicinanza a possibili obiettivi americani poteva destare problemi», ha aggiunto Crosetto. Secondo il ministro della Difesa, nessun governo era stato informato dell’attacco americano. La Casa Bianca però avrebbe avvertito il governo britannico, che comunque non è stato coinvolto in altro modo. L’attacco però era «dato per scontato – secondo Crosetto – da tutti i servizi che analizzano ciò che succede, quindi non c’era bisogno di aver informazioni perché lo sapevamo. Probabilmente lo sapevano anche gli iraniano, mancava solo l’ora in cui sarebbe partita».

Tajani: «Nessun aereo partito dall’Italia»

In un’intervista al Tg3, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha assicurato che «nessun aereo è partito dall’Italia» per andare a colpire l’Iran e che «non c’è stata nessuna richiesta» da parte degli Stati Uniti in tal senso. «Questa mattina abbiamo tenuto una riunione di governo, chiusa poco prima del mio arrivo qui a Gubbio. Preoccupazione massima per i nostri connazionali nelle aree di crisi, soprattutto Iran e Israele», ha aggiunto il titolare della Farnesina. Ma nel frattempo è allerta massima nelle basi americane in Italia dopo l’attacco statunitense della notte scorsa. Da Aviano a Sigonella, secondo quanto si apprende, sono stati rafforzati i dispositivi messi in campo per garantire la sicurezza dei militari. Il governo, ha assicurato Tajani, «ha predisposto tutto anche in caso di peggioramento della situazione, ma noi non lo vogliamo. Puntiamo sulla diplomazia».

Foto copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI| La premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto, 19 marzo 2025

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