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Guerra in Medio Oriente, Meloni alla Camera: «Se gli Usa ci chiederanno le basi in Italia ci sarà un passaggio parlamentare» – Il video

Lo ha detto nel corso della replica. La premier è intervenuta in parlamento in vista del Consiglio europeo: «I nostri sforzi sono concentrati sul cessate il fuoco a Gaza e sulla ripresa delle trattative con l'Iran»

«Sono contenta, al di là delle differenze di visione, che particolarmente sulla crisi Israele-Iran ci sia sostanzialmente una convergenza sulla necessità di arrivare a una negoziazione e a maggior ragione l’Italia continuerà a lavorare per questo». Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la replica dopo le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo. La premier ha poi chiarito la posizione dell’Italia sul piano militare, escludendo qualsiasi coinvolgimento nelle operazioni in corso. «L’Italia non è impegnata militarmente, non ha partecipato e non partecipa – sottolinea la presidente del Consiglio – Non è stato chiesto l’uso delle basi sul territorio nazionale e potranno essere utilizzate solo con un’autorizzazione del governo». Meloni ha sottolineato che simili decisioni «non si prendono su basi ideologiche» e ha assicurato che ci sarà un passaggio parlamentare. «Anche se ritengo improbabile che accada – ha proseguito -, posso garantire che una decisione del genere dovrà fare un passaggio parlamentare, a differenza di quello che è accaduto quando al governo non c’eravamo noi».

Meloni alle opposizioni: «Toni da campagna elettorale fuori luogo»

Nel corso delle repliche alla Camera, la premier ha inoltre criticato i toni usati da alcune forze di opposizione durante il dibattito seguito alle sue comunicazioni. «Non voglio alimentare polemiche, né rispondere a falsità o a interventi dai toni chiaramente elettorali», ha dichiarato Meloni. «Credo che tutti, maggioranza e opposizione, percepiamo la preoccupazione dei cittadini. Non vogliamo certo dare l’impressione che siamo più interessati a scontrarci tra noi che a occuparci del bene dell’Italia. Preferisco rimandare a un altro momento i toni della campagna elettorale». La presidente del Consiglio ha poi replicato alle critiche ricevute per le scelte lessicali e le omissioni nel suo discorso: «Mi ha stupito la polemica su chi ho citato o meno. Quando preparo una relazione non mi preoccupo di inserire nomi per accontentare qualcuno, ma mi concentro sulle risposte da dare. Non ci sono retropensieri», ha spiegato. «Non ho alcun problema a nominare Trump o Netanyahu».

«Strumentale citare formato E3, c’è da 20 anni e 12 governi»

Sull’accusa del presunto isolamento dell’Italia sui conflitti in corso, Meloni replica: «L’ho sentita molto spesso (nel caso specifico Bonelli ed altri facevano riferimento alla riunione di Gran Bretagna, Francia e Germania con l’Iran e quella riunione si chiama formato E3, esiste da vent’anni) e credo che sia strumentale accorgersi dopo 20 anni che il formato E3 esiste, e dopo 12 governi italiani che hanno visto questo formato esistere», ha detto Meloni, sottolineando che «non fare parte di questo formato non ci impedisce di continuare a lavorare come stiamo facendo su tutti i tavoli».

«Sono una leader di una nazione che conta»

La presidente del Consiglio ha poi rivendicato con forza il ruolo dell’Italia sullo scenario internazionale. «Io sono il leader di una nazione che conta, non perché io conto ma perché sono leader dell’Italia, fondatrice dell’Ue, della Nato, la seconda economia manifatturiera e la terza economia europea», ha sottolineato. «Il potere dei Paesi non cambia in base al governo: sono consapevole di quella forza e se qualcun altro prima di me non lo è stato ne abbiamo pagato il prezzo. Certo che sono leader di una nazione che conta – ha continuato -, tutti qua rappresentiamo una Nazione che conta». Un passaggio, quello della premier, sottolineato dagli applausi del centrodestra.

«No a stop accordi con Israele, così sarebbe isolato»

Sulla sospensione degli accordi di collaborazione con Israele, Meloni ha inoltre precisato che il governo «non è favorevole». E «non per voler ignorare quello sta accadendo a Gaza – ha continuato – ma io penso che contribuire all’isolamento di Israele, che è da sempre l’obiettivo del fondamentalismo islamico e di Hamas, potrebbe aprire scenari catastrofici», ha detto la premier.

Cosa aveva detto la premier alla Camera

La presidente del consiglio, Giorgia Meloni ha preso la parola passato qualche minuto dopo le tre di pomeriggio, davanti alla Camera dei deputati, in vista del Consiglio europeo del 26 giugno. «Il Consiglio europeo ci offrirà la possibilità di capire quanto oggi sia ancora più importante applicare il principio di sussidiarità, dobbiamo concentrarci sulle materie su cui davvero possiamo fare la differenza insieme», dice Meloni. L’agenda del Consiglio, aggiunge, partirà dagli «ultimi sviluppi in Medio oriente, a partire dall’attacco americano a tre siti nucleari iraniani. In questa aula comprendiamo molto bene quanto la fase sia delicata e per questo è importante che ci sia anche un confronto con l’opposizione». Meloni assicura che «la nostra nazione in nessun modo ha partecipato agli attacchi, la nostra priorità è la sicurezza dei nostri cittadini civili e militari presenti nella nazione». Ci sono 122 cittadini italiani partiti da Israele che ora sono in Egitto, aggiunge, dicendo poi che anche dall’Iran si stanno portando fuori civili e militari: «E’ allo studio la possibilità di spostare la nostra ambasciata in Oman».

I rapporti con l’Iran

Pensiamo, dice Meloni «che sia molto preoccupante che l’Iran cerchi di dotarsi di un’arma nucleare e che questo non possa avvenire», ma «pensiamo che ci si possa arrivare una via diplomatica»: «L’Iran deve abbandonare le ipotesi di ritorsioni negli Stati uniti, bisogna riprendere il dialogo e ottenere la possibilità di sviluppare il nucleare per i soli fini civili. L’Arabia saudita è già un modello in questo senso»

L’attenzione a Gaza

Meloni sottolinea poi che il principale obiettivo dell’Italia è «il cessate il fuoco a Gaza, dove la legittima reazione di Israele a un insensato attacco sta assumendo forme drammatiche e inaccettabili». Secondo la premier è possibile arrivare rapidamente ad un cessate il fuoco e, dice, «a questo obiettivo fondamentale stiamo dedicando i nostri principali sforzi». Il futuro della striscia «può iniziare solo con la liberazione degli ostaggi e la totale smilitarizzazione di Hamas, nel futuro della Striscia non può avere alcun ruolo»: «E’ necessario un processo politico che conduca a due popoli per due stati». Sul punto, Meloni aggiunge anche un passaggio che finora non aveva mai fatto cosi esplicitamente: «Consentitemi in questa Aula di ringraziare gli operatori umanitari, i medici e paramedici che operano nella Striscia: siamo loro vicini, faremo di tutto per sostenerli e proteggerli». Molto più complicata dice, è la situazione in Ucraina: «L’impegno dell’Ucraina a favore della pace è un impegno chiaro a partire dall’immediata disponibilità ad accettare il cessate il fuoco sino alla disponibilità a colloqui diretti con la Russia», spiega Meoni. «La ripresa del dialogo e lo scambio di prigionieri sono passi in avanti ma insufficienti, la Federazione Russa deve dimostrare di volersi impegnare nel processo negoziale e al momento non vediamo quest’impegno»

Il 2% delle spese militari

«»Sul tema delle spese militari che per la verità sarà affrontato ben prima del consiglio europeo, il 24 giugno (domani) al vertice dell’Aia: «Abbiamo raggiunto l’impegno del 2% del rapporto spese militari pil preso da altri»: Questo, dice, «si traduce in un impegno per arrivare al 3.5% spese di difesa e 2,5% spese di sicurezza, sono impegni importanti che l’Italia intende rispettare certo, perché non lasceremo il nostro paese esposto» ma questo, aggiunge «non vuol dire che abbandoneremo le priorità della maggioranza». Ripete però un concetto sottolineato più volte: «Senza sicurezza non c’è libertà, né ci può essere benessere».

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