Raccolsero 2 milioni di euro per curare la figlia malata, i due genitori accusati di arricchirsi. La svolta dopo 4 anni: «Perché non fu una truffa»


La storia di Melissa, bambina di Monopoli affetta da atrofia muscolare spinale di tipo 1, aveva commosso migliaia di persone. Tanto che nel 2021 avevano aiutato la sua famiglia con donazioni che raggiunsero i 2 milioni di euro. Soldi necessari per permetterle di accedere a uno dei farmaci più costosi al mondo, lo Zolgensma. Il medicinale, somministrato a Dubai quando Melissa aveva solo 16 mesi, rappresentava per lei l’unica speranza.
L’accusa sui soldi delle donazioni usati per scopi privati
Dopo quell’ondata di generosità e di denaro, i due genitori Rossana Messa e Pasquale NIgri sono stati denunciati. In 12 avevano firmato l’esposto che accusavano la coppia di aver usato parte delle donazioni per spese personali, che nulla avrebbero avuto a che fare con la salute della bambina. Tra gli acquisti contestati anche un capannone industriale.
L’accusa di truffa e il capannone industriale
La Procura di Bari aveva aperto un’indagine per truffa. E in poco tempo da «genitori eroi», i due si sono ritrovati indagati, costretti a difendersi dall’accusa di aver preso in giro chi voleva aiutare la loro figlia. L’indagine della procura si è conclusa con la richiesta di archiviazione ottenuta da parte del pm Chiara Giordano. Non ci sarebbe stata nessuna truffa o illecito accertato dagli inquirenti. Le indagini hanno confermato che tutti i fondi raccolti sono stati effettivamente destinati alle cure di Melissa e che il capannone contestato era stato acquistato con un regolare mutuo, completamente slegato dalle donazioni.