La dieta «alternativa» a base di insetti sta fallendo: gli occidentali sono ancora troppo disgustati


Passino la farina, la pasta e i prodotti da forno, ma l’idea di sgranocchiare grilli croccanti, quella proprio no. Secondo lo studio Beyond the buzz: insect-based foods are unlikely to significantly reduce meat consumption, pubblicato sulla rivista specializzata Nature Npj Sustainable Agriculture, l’impatto nel miglioramento nel consumo di risorse grazie alle diete a base di insetti sarebbe, ancora, molto limitato. Due i motivi principali: il senso di disgusto diffuso che la maggior parte della popolazione occidentale prova all’idea di alimentarsi con insetti e i deboli investimenti delle aziende, che preferiscono ancora puntare sull’allevamento di antropodi nelle diete animali.
Vermi e grilli sostenibili ma troppo disgustosi
Nonostante, come riporta il Guardian, secondo i sondaggi pubblici che hanno coinvolto le popolazioni di Europa e Stati Uniti mostrino come più del 90% delle persone siano disposte a provare alternative plant-based per limitare il consumo di carne, solo il 20% degli intervistati sarebbe disposta a nutrirsi di insetti. Preferenze in cui probabilmente gioca un grande ruolo il fattore culturale: il consumo di insetti appartiene alle tradizioni culinarie di Paesi del sud-est asiatico, come la Thailandia e la Corea. Il tentativo di diffondere questa tradizione anche in Occidente risponde al bisogno di diminuire il consumo di carne, riducendo il numero degli allevamenti. Questo permetterebbe di limitare le emissioni di Co2 e rispondere in parte al problema della deforestazione. Ma in base ai risultati dello studio, l’Occidente sembra non essere pronto. Per non parlare del fatto che, in alcuni Paesi come l’Italia, i cosiddetti «novel food» hanno subito una forte ostracizzazione da parte del governo prima di essere ammessi sul mercato, un po’ in nome della sicurezza alimentare e un po’ a difesa della tradizionale gastronomia tricolore.
Un settore in cui non vale la pena investire
Come riporta il paper Beyond the buzz, anche le aziende sarebbero scoraggiate a investire nella produzione di cibi a base di insetti. Un circolo vizioso. Meno la popolazione è disposta a consumarne, meno le aziende vi investono e meno la ricerca e la diffusione dei prodotti progrediscono. Diverso è per la dieta animale. Sempre più ditte nel settore del pet food scelgono di sostituire le proteine animali presenti nei propri mangimi (di solito derivate da scarti di prodotti alimentari destinati al consumo umano) con quelle degli insetti. Una fonte più sostenibile e che per essere prodotta richiede un capitale abbastanza limitato. Per gli esseri umani è diverso. Sebbene il tema della sostenibilità abbia ormai conquistato il proprio spazio nella coscienza della maggior parte della popolazione, in pochi si dimostrano disposti a cambiare radicalmente le proprie abitudini alimentari.
La retromarcia dell’Occidente sulle alternative sostenibili
Nonostante già nel dicembre 2023 i Paesi che presero parte alla Cop28 di Dubai firmarono un documento che prevedeva la riduzione del consumo di carne del 50% entro il 2050, oggi sembra che, nel concreto, le cose stiamo prendendo la piega opposta. Si prevede che in Paesi come la Cina, che stanno migliorando il tenore di vita della popolazione grazie alla crescita economica, il consumo di proteine animali non possa che aumentare. Nel frattempo, è vero che nella maggior parte d’Europa (Italia compresa), il trend è in discesa, come mostrano i dati aggiornati al 2023 e raccolti dalla Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) e pubblicati sulla rivista Nutrients. Tuttavia, anche il numero di persone che segue una dieta vegana sembra essere in diminuzione. Secondo i dati Eurispes per la prima volta nel 2023 si sono registrati meno vegani rispetto all’anno precedente, dopo il boom del 2017. Nel 2024 avrebbero ricominciato ad aumentare, ma la questione non riguarda solo i comuni mortali. Di recente, anche star come Lizzo o Miley Cyrus hanno dichiarato pubblicamente di essere tornate a seguire una dieta onnivora.