«Lei ha un tumore avanzato al polmone», ma era il referto sbagliato. L’incubo vissuto da un paziente a Pesaro con la bronchite


Una diagnosi terribile, un errore clamoroso e una mezz’ora vissuta come un incubo. È quanto accaduto a un uomo di 43 anni residente a Pesaro, che ieri mattina si è visto comunicare di avere un tumore al polmone in stato avanzato. Una frase che gli ha cambiato la vita per trenta interminabili minuti, prima che si scoprisse che si trattava semplicemente di uno scambio di referti. Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, l’uomo si era recato in ospedale per ritirare gli esiti di alcuni accertamenti fatti a maggio, in seguito a una brutta infezione ai polmoni. Al punto di distribuzione dei referti, è stato fermato da un’addetta che, dopo aver consultato il fascicolo, lo ha informato direttamente della tragica notizia: «Lei ha un tumore ad uno stato avanzato al polmone». Nessuna stanza riservata, nessuna mediazione da parte di un medico.
I dati anagrafici sbagliati sul referto
Ma proprio l’uomo mentre cercava di elaborare quella che sembrava essere una condanna definitiva, ha avuto la lucidità di guardare bene il referto. Il nome c’era, ma la data di nascita e altri dati anagrafici non coincidevano con i suoi. Insospettito, ha fatto notare le incongruenze all’impiegata che gli aveva comunicato la diagnosi. È bastato un controllo più attento per chiarire l’equivoco: quel referto non era suo. Il tumore riguardava un altro paziente, che ha ricevuto la vera e purtroppo confermata diagnosi poco dopo. Per il 43enne, invece, solo una bronchite, diagnosticata tardi ma comunque in fase di risoluzione. «Possibile che la diagnosi di un tumore venga comunicata così, durante la distribuzione dei referti?», ha commentato il paziente.